IL PROGETTO – “Lanciato a maggio scorso, il percorso è articolato in più fasi, da seguire passo per passo – spiega al Caffè il Presidente dell’Associazione PratiVerde Daniela Brignone – il primo step è naturalmente quello del censimento. E nell’area fra Castel Sant’Angelo, piazzale Maresciallo Giardino, Tevere e via della Giuliana ci siamo accorti che mancavano circa 1200 alberi”. A segnalarne l’assenza, soltanto i quadratini di terra presenti lungo le vie, delimitati dalle amministrazioni precedenti: “Gli alberi che lì dimoravano sono morti, avvelenati, tagliati o crollati con il vento”. E insiste: “È un panorama desolante. A via dei Gracchi ci sono attualmente 30 alberi su 140 che c’erano. A via degli Scipioni, invece, ne mancano 81”. Va meglio a via Sabotino: qui, a non essere pervenuti erano in 18 alberi, ma sono già stati tutti “adottati”.
LA RACCOLTA FONDI – Dopo il censimento generale, l’Associazione ha infatti selezionato inizialmente due vie come area pilota – via degli Scipioni e via Sabotino – per testare anche la risposta dei cittadini. E, oltre al passaparola, sulla sua pagina Facebook ha lanciato la raccolta fondi per finanziare questa riforestazione urbana dal basso, a cui ciascuno può contribuire anche con una piccola quota. Sulla pagina, c’è anche la mappa Google dove poter monitorare gli alberi mancanti e quelli che si vogliono adottare. Che significa anche prendersene cura, una volta che l’albero è stato messo a dimora: per esempio, portargli l’acqua quando manca l’innaffiamento organizzato dall’Associazione. “Quando l’albero deve ancora attecchire, nei suoi primi due anni di vita – ricorda Daniela – va annaffiato ogni quindici, venti giorni, anche nei mesi più freddi”. Ma questo è pure il bello dell’iniziativa: “Si crea un circuito affettivo, e un amore per i ben comuni di cui Roma ha tanto bisogno”.
LA SITUAZIONE DI VIA SABOTINO – La situazione però non è uguale in tutte le vie: mentre gli alberi di via Sabotino sono andati a ruba in soli venti giorni, non così a via degli Scipioni, dove il progetto stenta ancora oggi a decollare. “Anche perché bisogna concordare con le pubbliche amministrazioni, o Municipio o Comune – spiega Daniela – chi rimetterà a dimora gli alberi e chi li annaffierà. In ogni caso il Municipio ha già collaborato a togliere le ceppaie”. E non nasconde la difficoltà: “Su via degli Scipioni sono stati adottati circa 15 alberi su 80 mancanti, quindi c’è ancora un lavoro gigantesco per completare il progetto”. La differenza con via Sabotino per Daniela la fa lo spirito di quartiere: “via Sabotino è un po’ il cuore della zona della Vittoria, dove permane un senso di comunità più marcato”. Che però può anche essere rivitalizzato da iniziative come questa: “Chi adotta un albero sono in genere famiglie o classi. E L’adozione può essere dedicata a qualcuno: ogni albero ha un cartellino con delle scritte”. E aggiunge: “Ci sono storie bellissime che si intrecciano anche grazie agli alberi”. Una per tutti, che dà il senso di radici profonde che forniscono nuova linfa: quella di due cittadine che arrivarono nel quartiere esattamente cento anni fa. La necessità del progetto è stata spinta però principalmente dalla distruzione del patrimonio arboreo che caratterizza alcune strade: “Da una serie di incontri con il Comune di Roma e con il Municipio – conclude Daniela – ci siamo mossi perché abbiamo capito che non vi era la possibilità economica di procedere alla sostituzione di centinaia di alberi assenti nel nostro quartiere. Con tutte le ricadute in termini di mancanza di Co2, ricambio, e frescura nelle strade che questo comporta”.