LA COLATA DI ASFALTO NERO – Stiamo parlando della colata d’asfalto nero che arriva a lambire le arcate dell’acquedotto Alessandrino nel tratto che costeggia Tor Pignattara e che in questi giorni sta facendo indignare cittadini, comitati e associazioni. Più di tutti, forse, proprio Italia Nostra, che ha tra i suoi obiettivi la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali e che ha denunciato il caso chiedendo l’intervento della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Capitale. “L’asfalto, apparentemente identico a quello che si usa sulle strade, arriva a toccare i fornici dell’acquedotto romano. Una soluzione non solo visivamente impattante”, sostiene la vicepresidente di Italia Nostra Roma Vania Marrucci, “ma anche pericolosa per la conservazione del monumento. Intorno ai piloni non ci deve essere nulla”. Ed è banale; la pietra, se sotto l’asfalto dovesse ristagnare dell’acqua, potrebbe irrimediabilmente danneggiarsi.
ALLA BASE DELLA QUESTIONE UN PROGETTO DI RESTYLING DEL 2018 – Ma come è potuto succedere? È presto detto: con tutta probabilità si è trattato di un errore da parte di chi ha attuato il progetto da 450mila euro del V Municipio, redatto dall’ex amministrazione pentastellata nel 2018 e aggiudicato nel 2020, inerente il rifacimento di marciapiedi, caditoie e illuminazione di viale Alessandrino con annessa realizzazione di una pista ciclabile che ha quindi coinvolto anche l’area antistante l’acquedotto. Infatti, la colata di asfalto incriminata, che coincide proprio con il termine del tracciato della ciclabile, non era prevista secondo la mappatura del progetto, cosa confermata anche dall’ex minisindaco Giovanni Boccuzzi: “Al posto dell’asfalto che vediamo doveva esserci un materiale simil graniglia, dello stesso colore della pista”.
COSÌ IL MINISINDACO CALISTE: “PROVVISORIAMENTE ATTENUEREMO LA TONALITÀ DELL’ASFALTO E APPORREMO CIGLIATURA IN MARMO” – Ma l’amministrazione Caliste pare sia intenzionata ad intervenire tempestivamente. Dopo il sopralluogo del 27 gennaio scorso presso il Parco Sangalli il Presidente del V ha fatto sapere che: “Si è deciso, per il momento, di omogeneizzare e attenuare la tonalità dell’asfalto attraverso la stesura di resine e di completare l’opera con la posa della cigliatura in marmo”, per poi sottolineare: “Purtroppo i fondi stanziati nel 2018 non avevano previsto la copertura economica per tutto il tratto, questo ci porta ad operare per il momento con i fondi a nostra disposizione. Abbiamo però previsto che con il primo assestamento di bilancio chiederemo i fondi per stendere lo specifico acciottolato presente nel camminamento superiore”. Sembrerebbe quindi che l’asfalto sia stato versato solo provvisoriamente al fine di evitare di mantenere l’area a cantiere: “I lavori per la messa in sicurezza dell’area servivano anche ad evitare ulteriori recinzioni da cantiere per altri mesi, visto che in passato sono state più volte divelte, con la conseguenza che il cantiere non era più una zona vietata al pubblico passaggio. Con relativa esposizione al pericolo per i cittadini”. Ad ogni modo è stato già calendarizzato un incontro tra Soprintendenza, ufficio tecnico e l’assessore locale ai Lavori Pubblici Maura Lostia al fine di scegliere il colore più conforme del nuovo materiale da apporre e per discutere della posa della cigliatura. E chissà, fosse in vita, cosa avrebbe detto in merito l’imperatore Alessandro Severo.