La storia della libroleria
È stata breve ma intensa. Tutto iniziò nel marzo del 2017, quando il giovane Roberto Minichiello, laureato in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli, ha dato il via alla cerimonia d’apertura del locale. Quest’ultimo non era solo un luogo dove si compravano libri e poi si tornava a casa per leggerli ma era un punto d’incontro, di socializzazione, di svago e aveva come target i bambini. Vi si vendevano giocattoli, libri d’ogni genere e giochi da tavolo. La struttura presentava numerosi laboratori creativi, di scrittura, di disegno, di lettura e di musica. Qui i piccoli vi realizzavano oggetti, disegni, leggevano e raccontavano storie tutti insieme. Il complesso poteva quasi considerarsi una sorta di “caffè letterario per piccini”. La decisione di “abbassare le serrande” va ricondotta a motivazioni economiche, nell’impossibilità di coprire le spese affittuarie che risultavano maggiori delle entrate effettive. “I ricavi non pareggiavano i costi” secondo Minichiello.
I nuovi progetti in cantiere per i bambini del Municipio VIII
Ma la titolare non fa perdere le speranze ai propri clienti. Attualmente sta pensando a svariati progetti editoriali in altre zone sempre del Municipio VIII. L’obiettivo che il giovane si è posto è di gestire un locale più grande in modo da far funzionare completamente gli spazi adibiti ai laboratori, prima troppo piccoli. Allo stesso tempo, è consapevole della crisi che da anni sta travolgendo l’editoria, dovuta anche allo sviluppo dell’e-commerce di libri. Secondo Minichiello “è necessaria un’innovazione nel settore per invogliare il lettore, stimolandolo in attività creative come laboratori che incentivino la socializzazione tra le parti in gioco”. I suoi intenti principali sono insegnare ai bambini delle scuole che l’incrocio con un libro debba essere considerato un piacere, non un “peso” e di superare la svogliatezza del lettore medio che legge dal suo tablet, standosene comodo nel letto di casa. Minichiello vede la lettura come una scoperta, un viaggio attraverso nuovi mondi e concepisce la libreria non come un luogo “freddo” ma più come un posto umano, un “circuito aperto” in cui si scambiano informazioni, idee ed opinioni tra lettore e libraio. Roberto Minichiello, sulla pagina Facebook della Libroleria, ha scritto un lungo post carico di tristezza, allegando un’immagine scura con la scritta “The End”, in cui invita chiunque per uno scambio di battute e di saluti.
Francesco Balducci