È stata una delle più grandi operazioni mai condotte prima all’interno di un ospedale pubblico italiano.
Come si è svolta la simulazione
L’emergenza da affrontare è stata una finta esplosione all’interno di una palazzina.
L’operazione è iniziata con un preallarme e la successiva diramazione dell’allarme maxi emergenza in atto da parte dell’Ares 118. Una volta raccolti i dati, il team leader del Pronto Soccorso ha attivato il PEIMAF – Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso di Feriti. Comunicate le condizioni cliniche dei pazienti in arrivo (15 vittime, di cui 10 codici rossi), il passo successivo è stato l’invio delle ‘vittime’ al Pronto Soccorso, con la conseguente presa in carico degli stessi.
Nel corso dell’esercitazione, nell’arco di circa un’ora e mezzo, sono giunti al Pronto Soccorso 20 ‘pazienti’ di cui 3 codici rossi – tra cui un politrauma e un arresto cardiaco – e 11 codici gialli. Sono stati impiegati circa 60 soccorritori esperti che simulavano una precisa patologia.
Previsto dal piano di gestione delle emergenze anche l’allestimento di un’area di accoglienza destinata ai parenti e ai visitatori dei ‘pazienti’ presenti in Pronto Soccorso. Alcuni volontari di Croce Rossa avevano il ruolo di impersonare parenti e disturbatori in cerca di notizie delle ‘vittime’ trasportate in Pronto Soccorso. A gestire l’area accoglienza erano presenti gli operatori del servizio Psicologia Consulenza e Liaison, il personale dell’URP, della Vigilanza interna e gli agenti del Commissariato di Monteverde attualmente in forza h 24 nel presidio di Polizia presente all’interno dell’ospedale, a tutela della sicurezza di tutti i presenti.
I risultati dell’operazione di simulazione
Grazie a questa esercitazione è stata messa alla prova, in una situazione di forte stress, la struttura ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, a cominciare dal Pronto Soccorso, permettendo di verificare il coordinamento delle operazioni di assistenza tra il sistema extra ed intra ospedaliero e il tracciamento delle vittime ed evidenziando eventuali criticità a fronte di un evento così complesso. È stato un test per valutare l’affidabilità delle procedure operative del piano di emergenza della struttura ospedaliera in caso di massiccio afflusso di feriti.
L’esercitazione prevede un audit finale con una scheda di valutazione dell’andamento della maxi emergenza.
“Per noi questo è un test indispensabile per verificare, migliorare e aumentare l’affidabilità delle nostre strutture nella gestione di casi imponenti e difficili come quello simulato questa mattina”, ha dichiarato Angelo Orelli, responsabile al San Camillo delle procedure e delle esercitazioni per le emergenze.
Narciso Mostarda, direttore generale dell’ospedale romano, ha ringraziato per il successo della complessa operazione l’Ares 118, la Croce Rossa Italiana Comitato dei Municipi 8-11-12, le Forze dell’Ordine e la Vigilanza interna per il supporto fornito.
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