Presidente Tagliavanti, come si affronta quella che potremo chiamare la fase 4?
“È la fase più delicata, perché è la fase della ripartenza e molti imprenditori romani e laziali hanno atteso questo momento in modo non passivo: hanno modificato molte cose, innovato, digitalizzato, ottimizzato. C’è molta determinazione e devo dire che anche da parte dei consumatori c’è voglia di ripartire e questo ottimismo è in aumento. Noi in parte lo prevedevamo: l’ottimismo economico deriva dal fatto che stiamo tenendo sotto controllo il virus, nel Lazio dobbiamo essere orgogliosi della campagna vaccinale, bisogna continuare così perché si crea un clima di fiducia”.
Oggi quali sono le priorità per i vostri associati?
“La cosa più importante ora è il tema del recovery. Per la prima volta, forse dal Dopoguerra, arriverà una quantità notevole di risorse che dovranno essere utilizzate per migliorare la nostra capacità di produrre reddito e ricchezza. I soldi arriveranno ma bisogna stare attenti al modo in cui si farà la progettazione, anche tenendo conto dell’accoglienza dei progetti da parte dei cittadini. Ci aspettiamo investimenti importanti sulla mobilità, che vuol dire migliorare l’efficienza di tutto il sistema e per il nostro territorio significherebbe tantissimo. Ho letto anche progetti sul cinema e ne sono contento perché credo sia una grandissima risorsa, Roma è la capitale del cinema. E poi la digitalizzazione, è il momento di rivoluzionare alcuni ambiti ed è importante modulare i progetti, spiegarli bene alla cittadinanza, ascoltare le critiche e poi portarli avanti”.
Da lunedì 26 siamo tornati quasi tutti in zona gialla, cosa significa questo per la piccola e media imprenditoria del territorio?
“Questa riapertura è stato il “Pronti? Via!” ma con giudizio, insomma è una ripartenza lenta, ma è pur sempre una ripartenza e di questo il tessuto imprenditoriale ne è consapevole: si tratta di un momento delicatissimo, perché i primi passi sono quelli più importanti”.
Questa pandemia ha in qualche modo costretto alla digitalizzazione le PMI del nostro territorio?
“È vero, come Camera di Commercio siamo attivi in questo settore con 3 bandi che sono stati molto apprezzati: uno dedicato all’impresa digitale che prevede fino a 10 mila euro per la digitalizzazione, la formazione e l’acquisto di mezzi digitali; poi c’è il bando dedicato alle StartUp che si rivolge a tutte quelle persone che pensano di voler costruire il proprio futuro facendo piccola imprenditoria e anche lì sono previsti dei fondi per abbattere i costi di inizio attività. Il terzo bando è quello di assistenza al credito: è un tema delicato sia per chi inizia e non ha garanzie, sia per chi ha avuto danni a seguito dell’emergenza Covid, e così interveniamo noi per rassicurare le banche e per facilitare l’accesso al credito”.
Start up e innovazione, forse ora come non mai ce ne sarebbe bisogno.
“Roma, con 1200 startup, è seconda solo a Milano. Anche in questi mesi l’incremento è stato alto e colpisce che questa vivacità non è solo della capitale ma riguarda anche tutta la provincia e anche gli altri centri urbani della regione. Possiamo dire che qui non manca l’innovazione e la ricerca, visto che abbiamo una quarantina di università, ma il problema è che manca la rete, quella che rende appunto accessibile quest’innovazione ad un piccolo o medio imprenditore. Il sapere e il saper fare sono ancora troppo distanti: il nostro impegno è proprio quello di lavorare sull’ecostistema affinché si faccia più rete e tutto funzioni meglio”.
Possiamo dire che ci sono fin troppe università, ma poi mancano percorsi professionalizzanti?
“Il nostro territorio ha tante università, ma spesso non c’è una connessione tra l’offerta formativa e la domanda da parte degli imprenditori. Come Camera di Commercio abbiamo creato un’indagine periodica, l’Excelsior, che ci ha dimostrato come le imprese di ogni provincia del Lazio ogni anno non trovino 250 mila profili adatti e, dall’altra parte, un buon 35% di nuovi profili non trova un’offerta di lavoro adeguata. Mancano tantissime professionalità, e non solo quelle del mondo digitale: a Roma trovare un saldatore è difficilissimo. Dobbiamo rivedere la formazione professionale, ridare valore agli istituti tecnici e poi anche le Università devono rivedere alcuni percorsi perché tra qualche anno ci saranno mestieri che oggi non ci sono mentre alcuni mestieri spariranno del tutto”.
Si parla di nuovi distretti dove concentrare le eccellenze del territorio, che progetti ci sono?
“Conoscenza e tecnologia: è questo il binomio che fa volare un’azienda ed è da qui che nasce l’idea del nuovo Politecnico che servirà per rafforzare e sfruttare al meglio due poli: quello di Castel Romano, che si sta specializzando sempre più nel settore medicale, e quello invece sulla Tiburtina che sta crescendo tantissimo nel settore digitale, soprattutto sui big data. Dopo aver strutturato e rilanciato questi due poli, sarà il momento di creare un ecosistema, perché dallo sviluppo di eccellenze si aprirà un nuovo fronte per la nostra città fatto di innovazione e tecnologia e poi a cascata tutto il resto, come i trasporti, l’edilizia, il turismo e la cultura”.