PREZZI ALL’ASTA PIÙ CHE DIMEZZATI…
Lo scorso aprile il PUN, prezzo unico nazionale, per un megawattora ha toccato la media mensile di 24,81 euro, il 22,5% in meno rispetto a marzo e più che dimezzato rispetto all’anno precedente, (-28,55 €/Mwh cioè il 53,5% in meno). “Il protrarsi della contingente emergenza sanitaria internazionale – spiega l’ultimo bollettino appena diramato dal GME, il gestore del mercato elettrico italiano – e degli effetti da essa prodotti accentuano drasticamente le dinamiche stagionali di mercato tipicamente osservate in passato ad aprile, spesso caratterizzato dai minimi annui degli acquisti e dei prezzi”. Il crollo dei prezzi all’ingrosso nelle contrattazioni tra gli industriali del settore è dovuto soprattutto al calo del prezzo del gas, che ad aprile per il terzo mese consecutivo segna il suo minimo storico.
… MA LE BOLLETTE NON SCENDONO ALTRETTANTO
Un prezzo medio all’ingrosso di 24,81 euro a megawattora, semplificando, dovrebbe tradursi in un prezzo finale della materia prima (l’energia) sulla bolletta non superiore a 4 centesimi, se consideriamo il ricarico di solito applicato dai fornitori (in gergo “spread”). Ovviamente al costo del kilowatt vanno poi aggiunti tasse, costi per il trasporto e “altri oneri” come le spese per gestire le 4 vecchie centrali nucleari italiane (lo smantellamento dei 4 vecchi reattori (Latina, Sessa Aurunca, Trino Vercellese e Caorso mai completato finora, ci è costato fino al 2017 7,26 miliardi di euro LEGGI QUI) si sono impennati dai circa 2 miliardi di euro degli anni ’80 a circa 7,26 miliardi nel 2017. Comunque il prezzo all’ingrosso è molto più basso delle tariffe applicate in bolletta. Accanto alla discesa dei prezzi all’ingrosso, si è verificata anche una diminuzione del 17% dei consumi al livello nazionale nell’ultimo anno. L’Arera, l’autorità che vigila sul mercato elettrico, ha spiegato che vi sarà un risparmio per le famiglie sia per quanto concerne le bollette della luce che per quelle del gas. Per l’elettricità, la spesa annuale di una famiglia tipo sarà di circa 521 euro (dal mese di luglio 2019 a quello di giugno 2020) con un risparmio di 45 euro circa all’anno. La variazione al ribasso annunciata dall’Authority si attesta a meno 7,9% rispetto all’anno precedente (periodo tra il 1° luglio 2018 ed il 30 giugno 2019). A fronte del meno 53,5% di calo del prezzo medio all’ingrosso…
BENE LE RINNOVABILI, CROLLANO LE TURBOGAS
Buone notizie però sul fronte del rispetto ambientale: per la prima volta nell’anno in corso, spunta il segno positivo per le vendite di elettricità prodotta da fonti rinnovabili (+6,8% rispetto al 2019), trainate dall’idrico (+13,5% concentrato al centro – nord), e dal solare (+13,1%). Nel complesso, dunque, la quota delle fonti rinnovabili torna a superare quella del gas (47,9% contro 43,2%) e quindi le centrali come la turbogas imposta a tutti costi ad Aprilia. Lo scarto tra le rinnovabili e le centrali a gas è ai massimi da quasi due anni, e vede le vendite di elettricità da rinnovabili crescere di 9,2 punti percentuali rispetto al 2019, grazie soprattutto al contributo dell’idrico (23,3%, +5,6 p.p.). Si riduce ulteriormente la quota di vendita dell’elettricità generata da centrali a carbone, come l’ecomostro in funzione a Civitavecchia: perde quasi il 5 percento nell’ultimo anno, scendendo per la prima volta sotto il 2%. In definitiva, la cosa più rimarchevole è forse il fatto che nonostante il crollo dei prezzi all’ingrosso, i consumatori non vedano scendere in modo altrettanto significativo le loro bollette della luce.