ALUNNI DISABILI HANNO DIRITTO A INSEGNANTE DEDICATO
In ogni scuola gli alunni disabili, oltre a un insegnante a loro dedicato, hanno diritto a un assistente educativo culturale, il cosiddetto AEC, gli unici in ambito scolastico ad essere a contatto con i ragazzi e a non essere assunti dal Ministero dell’Istruzione, lavorando tramite cooperative che vengono pagate dagli enti locali. Fino a circa venti anni fa tali figure erano in carico al Campidoglio. Poi è stata scelta la via della esternalizzazione e sono arrivate le coop.
UN ‘BUSINESS’ DA 60 MILIONI L’ANNO
Una cinquantina di cooperative che si dividono nella capitale un business stimato in 50-60 milioni di euro l’anno, che fino ad oggi per ogni ora di assistenza a un alunno disabile hanno ricevuto dall’ente locale tra i 20 e i 21 euro, facendo però scivolare nelle tasche degli assistenti solo circa 7 euro. Gli AEC vengono solitamente pagati solo per le ore di lavoro svolte e se ad esempio il bambino loro assegnato non va per un periodo a scuola non percepiscono neppure un centesimo. Una situazione che coinvolge a Roma circa 2.400 AEC e novemila famiglie di bambini disabili.
INAPPLICATO IL CONTRATTO NAZIONALE
Togliendo la gestione degli appalti ai Municipi e ricorrendo al bandone, il Campidoglio ha lasciato gli assistenti alla fame, non applicando il contratto nazionale di lavoro del maggio 2019 per la determinazione del costo orario degli operatori e basandosi sulle vecchie tabelle ministeriali del 2013. Il risultato? Previsti 17,70 euro per un operatore C1 e 18,80 per un D1, che in base al contratto hanno invece diritto rispettivamente a 19,06 e 21,01 euro l’ora. Le cooperative hanno specificato che loro devono pagare quelle somme e con le previsioni fatte per l’appalto non sarebbero riuscite a sostenere la spesa. Una tesi accolta dal Tar.
AMMINISTRAZIONE IRRAGIONEVOLE
“Contraddittoria ed irragionevole è stata la scelta dell’amministrazione laddove – specificano i giudici nella sentenza emessa – nel congegnare la legge di gara per un affidamento di così rilevante impatto dal punto di vista sociale ed economico ha sottostimato i costi del personale, determinandoli in base a parametri non solo non più attuali, ma addirittura superati, come detto, già prima della indizione della procedura, dalle nuove pattuizioni del nuovo contratto collettivo”. Soddisfatto il Comitato romano AEC, che da tempo si sta battendo per far tornare gli assistenti alle dipendenze di Roma Capitale e che scattata l’emergenza coronavirus sta lottando affinché venga concesso un minimo di sostegno anche agli AEC, rimasti senza reddito a causa della chiusura delle scuole per frenare i contagi da Covid-19. “Il Tar del Lazio – sostiene il Coordinamento – ha di fatto, annullato il maxi-bando per l’affidamento dell’assistenza scolastica agli alunni disabili. Un bando nato male e finito peggio. Era nato male, dopo una gestazione lunghissima, ignorando il dissenso dei lavoratori, dei sindacati e di gran parte delle cooperative che da anni gestiscono il servizio e che hanno proposto ricorso al Tar, principalmente perché l’Amministrazione non ha tenuto conto, nella determinazione dei compensi, del costo del lavoro degli operatori”. Le spese per le retribuzioni degli assistenti previste nel bandone sono ora da rivedere.