700 mila euro il valore dei servizi offerti
Nel frattempo, però, si sta facendo molta confusione e sono circolate troppe fake news”. Il riferimento è, naturalmente, ai 700mila euro che la Regione avrebbe impegnato per l’associazione, “una notizia smentita dalla stessa Regione che ha ammesso l’errore dell’ufficio stampa”. “Siamo autogestite – ribadisce Cossutta – paghiamo tutte le utenze e la manutenzione straordinaria. Se non ce ne prendessimo cura noi, il nostro forse sarebbe un altro dei tanti splendidi edifici romani abbandonati all’incuria. Garantiamo uno sportello sociale e servizi per la salute e tutela delle donne e per l’orientamento al lavoro, oltre alle tante iniziative culturali. Facciamo tanto, tutto questo quanto costerebbe il Comune? È presto detto: 700mila euro. È il valore economico dei servizi che offriamo tutto l’anno alla cittadinanza, valutato dalla perizia da noi richiesta e allegata al nostro ricorso al Tar. In realtà dovremmo essere in credito con il Comune e non in debito”.
La divergenza di vedute con l’Amministrazione
Una battaglia sul riconoscimento del valore sociale che la Casa Internazionale delle Donne condivide con Lucha Y Siesta. “Nel loro caso, la Regione si è impegnata a partecipare all’asta per comprare la sede e far vivere l’associazione, mentre con noi il Comune non ha fatto niente. Decisioni come questa non possono essere lasciate solamente alle procedure. Deve esistere un primato della politica”. Paradossalmente, però, la politica in Campidoglio è oggi rappresentata proprio da un movimento che ne ha sempre negato il primato. E anche chi pensava che la prima sindaca della Capitale fosse più sensibile ai temi legati alle donne è rimasto finora a bocca asciutta. “L’atteggiamento della sindaca Raggi deriva dalla stessa cultura politica dei 5stelle, che prevede la rimozione di tutto quanto avvenuto nel Novecento, compreso il femminismo. È stata votata dai 5stelle la mozione che definiva il femminismo superato e nella quale si affermava come i nostri servizi potessero essere sostituiti da servizi sociali”.
L’inadeguatezza dei bandi
“La retorica della legalità senza alcun nesso con la giustizia sociale diventa una cosa astratta. Viene ripetuto che si fanno i bandi perché è il metodo più legale ma, allo stesso tempo, i bandi eliminano le specificità delle singole realtà che operano da sempre e hanno acquisito e consolidato una propria competenza e utilità sociale. Spesso, inoltre, i bandi vengono vinti da chi ha maggiore disponibilità economica, perché può presentare soluzioni più vantaggiose. Andrebbero invece riconosciute le singole esperienze. Ciò che noi facciamo ha un valore non solo per le donne, ma per l’intera comunità”. Mentre continua la mobilitazione dei luoghi delle donne in tutta la città, si attende la prossima mossa della sindaca.