SALTANO LE PRIMARIE: PD PUNTA SU LANZI
Il Partito democratico pare voglia giocare d’anticipo. E con una sorpresa. L’appuntamento con le primarie previsto per il 15 dicembre è stato annullato. Non ci sono candidati tra cui optare. La scelta è gia stata fatta: Gianluca Lanzi. Un ‘acchiappavoti’. Sia nella tornata elettorale del 2013 che del 2016 è stato il più votato tra tutte le coalizioni, con la media di un migliaio di prefernze. Lo sostengono oltre al Pd, il Movimento civico, il Psi, Articolo 1, i Demos di Democrazia solidale. Cordata, secondo ben informati, destinata a allargarsi.
LE PIAZZE AL VOTO
Il clima promette bene. E le piazze pure, visto che riguardano quartieri popolosi e popolari. Nell’annunciare l’intenzione di concorrere per la carica di minisindaco, Lanzi aveva dichiarato che “alle elezioni ci si ritroverà di fronte a una destra sovranista, antieuropeista e razzista”, “un avversario pericoloso, che non presenterà proposte o soluzioni, ma che continuerà a fare quello che fa ogni giorno: seminare odio e rabbia”. Una miccia per la destra.
I CANDIDATI IN PECTORE
Valerio Garipoli, già capogruppo di Fratelli d’Italia in Municipio XI, e tra i papabili candidati, ha fatto sapere che “le dichiarazioni piene di livore del Pd testimoniano paura della competizione elettorale e celano forti problematiche e contrasti interni”. “Le parole di Lanzi” ha dichiarato, invece il salviniano Daniele Catalano, consigliere comunale uscente e in forza Lega, “sono gravi e dimostrano ancora una volta la debolezza di pensiero che sta contraddistinguendo la sinistra a livello locale e nazionale. Tirare fuori temi, quali il razzismo, è un tentativo subdolo di spostare l’attenzione sulla verità, ovvero che Lanzi è solo l’ultimo figlio di una politica vecchia che ha governato in modo fallimentare per vent’anni questo territorio”. Marco Palma (Fdi), consigliere decano del centrodestra nel municipio, ha usato il sarcasmo per chiarire: “Credo che le parole di Lanzi siano piuttosto un auspicio. L’ex consigliere democratico spera di trovarsi davanti un avversario del genere. Non credo però che il centrodestra voglia puntare su una figura allegorica come quella descritta dal candidato unico alle primarie del centrosinistra”.
IL M5S PUNTERÀ ANCORA SU TORELLI?
Il Municipio, a guida Cinque Stelle, si è ritrovato senza rappresentati del popolo il 9 aprile quando l’allora minisindaco Mario Torelli è stato sfiduciato con 13 voti favorevoli e 12 contrari e il consiglio municipale è stato sciolto. A quel punto la decisione di nominare un suo delegato per il Municipio è spettato alla Raggi che, ignorando il terremoto politico, ha rimesso in sella Torelli, appunto in attesa del voto e della ricomposizione di consiglio, giunta e nuovo presidente municipale. “I cittadini chiedono continuità”, aveva giustificato così la scelta il portavoce comunale grillino Giuliano Pacetti. Torelli, ora di nuovo papabile candidato, aveva perso progressivamente la maggioranza all’interno del consiglio del Municipio. L’ultima fuoriuscita era stata la consigliera Francesca Sappìa, che a marzo aveva abbandonato il gruppo pentastellato, colpevole, a suo dire, di “aver smesso di ascoltare i cittadini”. Prima avevano già lasciato Mirko Marsella, Gianluca Martone, Maria Cristina Restivo.