In aiuto viene quindi una figura, anche questa volta prestata dal mondo inglese, quindi il coach aziendale. Ma chi è questa figura, questo Mourinho dell’impresa?
Lo abbiamo chiesto a Marina Osnaghi, che in tempi non sospetti, dalle Notti Magiche di Italia 90, si occupa di questa professione prima all’estero e poi nel nostro (ancora Bel?) Paese.
- Da quanto tempo fa il coach in azienda?
Ho iniziato 30 anni fa, quando nessuno sapeva cosa fosse il coaching aziendale. Ho lavorato attivamente anche per promuoverne la diffusione della cultura.
Ho inizialmente lavorato solo all’estero e poi ho fondato la mia organizzazione in Italia. Accompagnando top manager e team nel raggiungimento dei risultati e nella espressione piena della Leadership.
- Cosa fa un coach in azienda?
Un coach affianca risorse in vari ruoli e offre un supporto fondamentale. Facilita infatti la capacità di leadership e di risultato; la definizione di obiettivi puntuali, il monitoraggio dell’implementazione e degli approcci che permettono di agire al meglio in un sistema complesso.
Se è ben preparato il coach può anche agire come team coach e lavorare con i team funzionali e cross funzionali per ottimizzare la cooperazione e i risultati.
Tutto questo ha impatto sul business e ha bisogno di una gestione professionale e competente del percorso; di conseguenza il coach deve essere preparato al massimo, specialmente se vuole affiancare figure apicali. Proprio per questo ho fondato una scuola in cui ho catturato 30 anni della mia esperienza nazionale e internazionale.
- Ma come si diventa coaching aziendale? e Quanto si guadagna seriamente in Italia?
Ci vuole un corso specializzato e ben strutturato e insegnanti capaci di trasferire un vero metodo. E’ necessaria anche la consapevolezza che non ci si inventa coach. Servono disponibilità allo studio, determinazione a crescere e preparazione accurata. Va progettata la propria crescita con un programma di formazione continua che ogni anno lo veda ingaggiato in un nuovo traguardo che migliora la sua capacità. Il Coaching aziendale richiede aggiornamenti continui della propria preparazione e anche mentoring e supervisione.
Come anche la verifica dei comportamenti agiti, l’utilizzo degli strumenti, le dinamiche che sviluppa nella relazione col cliente. Solo così può operare sempre di più ai massimi livelli di efficacia e corretta relazione. Il guadagno invece dipende molto dal coach. Di solito vengono abbinati anche servizi di consulenza e formazione. Quindi l’introito del coaching può variare. Secondo statistiche globali, la media è di 50.000,00 Euro annui. I compensi più alti li ha il Nord America con un introito di circa 62.000,00 Euro annui, mentre il più basso è Europa dell’est con 16.000,00 Euro l’anno. In azienda la media globale di quanto costa una sessione di coaching di 1 ora è di 220,00 Euro. In Europa occidentale arriviamo a 250,00 all’ora. Il più basso, in America Latina e Caraibi, è di 100,00 euro per ogni ora.
- Ha lavorato con aziende romane? come si è trovata? Quali particolarità vede invece che in altre città italiane come tessuto socio-economico?
Ho lavorato e lavoro con aziende romane e mi trovo benissimo. Ho potuto accompagnare varie realtà di differente grandezza e complessità e tutte si sono rivelate disponibili ad ingaggiarsi veramente nel cambiamento.
Dimostrando cura per i collaboratori e intenzione di far crescere risorse interne che offrono grande valore e contributo. Lavorare a Roma è per me sempre un grande piacere professionale e umano. Una particolarità che vedo è il desiderio di potenziare il feedback e il people management. Di insegnare ai manager a domandare e ottenere risposte dai collaboratori, piuttosto che dover sempre dare soluzioni pronte.
Nel tessuto socio economico rilevo la forte tensione a fare sempre meglio rispettando gli esseri umani coinvolti; continuando a privilegiare eccellenti risultati e il benessere generale. Il coaching aziendale infatti potenzia le persone nella capacità di prendere responsabilità per se stessi e per il sistema nel suo complesso. Agendo a favore della crescita individuale e della soddisfazione dei clienti a cui l’azienda si rivolge. Nel mio metodo di coaching ho un approccio umanistico che collega i risultati numerici e di risultato alla dimensione umana con tutti i bisogni collegati, un mix vincente per il risultato.