Assessore Amato, lei ha delle deleghe importanti, ed è evidentemente una figura su cui Franco punta molto. Qual è, ad oggi, la criticità maggiore con cui sta facendo i conti? “La carenza di personale. Questa è la vera criticità in questo momento, lo sto denunciando da giorni. Ho scritto al Sindaco e agli assessori di competenza più volte. Abbiamo 346 disabili gravissimi e i soldi per assisterli, ma non abbiamo le figure professionali. Per questo tipo di servizio abbiamo una carenza strutturale di risorse umane. Poi c’è un altissimo numero di liste d’attesa, un dato terribile è quello dei disabili minorenni: noi ne assistiamo 76 e 158 sono in lista d’attesa. Con la prima stesura del bilancio abbiamo chiesto dei fondi per abbatterla almeno al 50 percento ma non ci sono stati dati; ci è stato concesso solamente un contributo, come tutti i Municipi, di 830mila euro e di questi 600mila li abbiamo destinati al Sociale. Per cui quest’anno riusciremo ad abbattere le liste dei disabili solo di 42 unità. Continueremo comunque a chiedere maggiori fondi”.
Quali sono, in relazione alle figure professionali mancanti, le risorse di cui vorrebbe disporre da subito? “Non abbiamo ad esempio il dirigente delle Politiche Sociali. In questo momento manca anche la posizione organizzativa a livello di amministrazione. Mancano dirigenti e figure organizzative. Nell’area socioeducativa manca tutto. Io mi occupo di sociale ma questo problema riguarda tutto il Municipio. Nell’ultima lettera di denuncia al Campidoglio abbiamo sottolineato con forza il fatto che per questo non riusciamo ad erogare i servizi. Però tutto tace”.
Lei ha una attenzione particolare ai temi dell’autismo e della disabilità. Ci spiega il percorso che sta facendo su questo? “Su impulso di un’associazione, abbiamo tenuto fede ad un impegno della vecchia giunta preparando la Giornata dell’Autismo, ma l’abbiamo fatta precedere da incontri in tre istituti scolastici. Oggi è stato convocato un tavolo tecnico per la fine del mese fra Asl e Municipio per produrre un piano d’azione che cominci il prossimo settembre, al fine di coinvolgere tutti gli istituti per una completa inclusione di soggetti autistici e disabili. Occorre creare un momento di sostegno alle famiglie, con la formazione di gruppi che possano dare loro sollievo, e creare condizioni e conoscenza nei ragazzi perché nessuno sia trattato diversamente. La normalità è un concetto astratto, chi è il normale? Bisogna difendere il diritto ad essere sé stessi”.
Uno dei suoi punti forti sappiamo essere la creazione dell’Anagrafe dei Bisogni. Come è strutturato questo progetto? “Si tratta della vera battaglia che deve caratterizzare questo mandato. L’Anagrafe dei Bisogni è fondamentale affinché si possano prevedere le necessità dei cittadini nei prossimi lustri. È un grande studio non solo di mappatura di ciò che è stato, ma di proiezione su ciò che sarà. Qui la politica non entrerà, vogliamo enti di ricerca, università, ordini professionali, una serie di stakeholders esterni insomma, che possano analizzare senza alcun tipo di influenza ideologica quello che è realmente la nostra società e quello che richiederà, modificando nel nostro piccolo il modello di welfare. Stiamo pensando, su questo, di istituire una borsa di studio ad hoc. Dopo di che dobbiamo investire sulla risorsa peculiare di questo Municipio, che è la gioventù”.
Pochi giorni fa ha firmato il Protocollo d’intesa con il Movimento Genitori Separati. Di che si tratta? “Quando si parla di genitori separati si tende sempre e solo a pensare ai genitori maschi. Questo è un movimento invece che dà un supporto psicopedagogico e legale a genitori separati che siano uomini o donne. Non ha una distinzione di genere. Questo progetto ammetto che sta faticando ad uscire fuori, perché abbiamo avuto molto da fare, ma è una cosa che lanceremo i primi di maggio con una intera giornata dedicata la mattina alla parte psicopedagogica, e il pomeriggio alla sfera legale. Quindi partirà in maniera più strutturata e gli daremo continuità”.