Centrali operative territoriali, ospedali e case di comunità, riqualificazione tecnologica. Il rinnovamento della sanità del Lazio riparte dal territorio, dalla prossimità, anche e sopratutto grazie ai fondi Pnrr. Per l’area metropolitana di Roma e le altre province, infatti, è prevista una pioggia di soldi per strutture vecchie e nuove che riapriranno i battenti per assicurare e implementare il diritto alla salute del cittadino. Il programma di investimenti è stato presentato e raccontato nelle scorse settimane dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti e dall’assessore regionale Alessio D’Amato, che stanno lavorando sul doppio fronte della pandemia, ma anche, delle prestazioni No Covid.
LE ALTERNATIVE A OSPEDALE E PRONTO SOCCORSO
La regione Lazio, dunque, punta forte sulle cosiddette Centrali Operative Territoriali, che si pongono la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. L’investimento mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 percento della popolazione di età superiore ai 65 anni. Stesso discorso anche per gli ospedali di Comunità, che rappresentano una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Tale struttura, di norma dotata di 20 posti letto (fino ad un massimo di 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica, contribuisce ad una maggiore appropriatezza delle cure determinando una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari come, ad esempio, quelli al pronto soccorso o nei grandi nosocomi. Ruolo importante, infine, la avrà la Casa della Comunità, una struttura fisica in cui opereranno gruppi multidisciplinari di medici, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, e altri professionisti; la numerosità garantirà la presenza capillare su tutto il territorio regionale.
L’opposizione: “Tempi rapidi, certi e mirati. Gli slogan si traducano in fatti concreti”
PRONTI 165 MILIONI DI EURO
Nel Pnrr la Regione Lazio ha già programmato, e finanziato, nuove strutture territoriali per cui a Roma ci saranno 60 Case di comunità, e altre 56 nell’area metropolitana: tutto questo con una spesa complessiva di 165 milioni di euro. E poi 10 nuovi ospedali di comunità, sempre nella Capitale, ovvero luoghi in cui si possono ricoverare i cronici togliendoli dagli ospedali affollati. Come detto, si punta a rivoluzionare l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Mentre, per quanto riguarda la AslRm6 (Castelli Romani e litorale romano sud), il piano prevede investimenti per un totale di 49 milioni di euro. Nello specifico, la Regione Lazio (con le D.G.R. n. 1005/1006/1007del 30/12/2021) ha approvato: attivazione di 11 Case della Comunità, 6 Ospedali di Comunità, 6 Centrali operative territoriali (dislocate sul territorio, una per distretto: H1, H2, H3, H4, H5, H6), adeguamento sismico degli ospedali e il rafforzamento tecnologico della rete ospedaliera, con l’acquisto di 23 nuove apparecchiature di ultima generazione. Infine, per quanto concerne la Asl di Latina, sono previste 18 case di comunità, sei ospedali di comunità e 19 nuove apparecchiature, come tac e risonanze magnetiche.
OPPOSIZIONE: “SPERIAMO TEMPI RAPIDI”
Passati gli annunci regionali, opposizione politica e associazioni territoriali chiedono a gran voce che vengano rispettati i tempi di realizzazione di queste strutture sanitarie, evitando di allungare i tempi come accaduto ad esempio per le case della salute. “La sanità territoriale e di prossimità del nostro territorio regionale – ha detto il presidente di Assotutela, Michel Maritato – ha forte bisogno di rilancio, dopo anni e anni di desertificazione dell’offerta sanitaria. Per questa ragione il recente annuncio di Zingaretti in merito a case e ospedali di comunità, rappresenta certamente una buona notizia. L’auspicio che rivogliamo a Zingaretti e D’Amato è che case e ospedali di comunità si realizzino in tempi rapidi, certi e mirati”.
Nomine nelle Asl: Rm1 conferma, Rm6 cambia
Novità importanti si registrano anche ai vertici delle Asl della Regione Lazio. La commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), riunita pochi giorni fa in modalità mista, ad esempio ha espresso parere favorevole a due schemi di decreto del presidente della Regione Lazio per la nomina dei direttori generali di due aziende sanitarie locali: con il n. 106, Angelo Tanese è stato confermato alla guida dell’Asl Roma 1; con il n. 107, invece, è stato nominato direttore generale dell’Asl Roma 6, Cristiano Camponi, che ha preso la guida dell’azienda venerdì scorso.
Ormai ex direttore amministrativo della Asl Roma 2, vanta un ampio curriculum professionale di natura amministrativa all’interno del sistema sanitario: ha cominciato come funzionario apicale all’Azienda Ospedaliera S. Camillo-Forlanini (1999-2004) e all’Azienda Ares 118 (2004-2006); poi, dopo una breve esperienza al Ministero della Salute (2006-2009), è iniziata la sua carriera da dirigente amministrativo, prima all’Ifo di Roma (2009-2013) e poi presso le Asl Roma E e Roma A (2013-2015); fino a diventare direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata (2015 al 2021) e, infine, di tutta la Asl Roma 2.
Sempre la commissione sanità, infine, ha espresso parere favorevole allo schema di decreto del presidente della Regione Lazio n. 108, che conferma Francesco Vaia direttore generale dell’Irccs Inmi “Lazzaro Spallanzani”.