L’INDAGINE – Il rapporto, presentato in Campidoglio il 28 febbraio scorso, prende a riferimento il periodo tra gennaio e ottobre del 2021, fotografando dunque lo stato della percezione dei romani sulla qualità dei servizi prima dell’arrivo dell’amministrazione in carica. A fronte di un voto medio di 6,13 su 10 su tutta Roma, le aree del centro storico a cavallo tra i Municipi I, II e XV si aggiudicano voti superiori. Si assesta a 6,23 il giudizio dei cittadini del Municipio I, un 6,19 è il voto dato dai residenti del Municipio II, mentre è 6,25 il verdetto espresso dagli abitanti del Municipio XV. Apparentemente una buona performance dei servizi pubblici nel centro della Capitale, rispetto al resto della città, dove si registrano anche voti al di sotto della sufficienza. Tuttavia rispetto all’anno precedente è da segnalare che la soddisfazione dei residenti del Municipio I è in calo. Se per il Municipio II e XV il trend è in salita (si passa dal 6,15 del 2020 al 6,19 del 2021 nel Municipio II, e dal 6,17 del 2020 al 6,25 del 2021 nel Municipio XV), per quanto riguarda il centro storico vero e proprio, da Trastevere a Prati, passando per piazza Navona e Campo de’ Fiori, i dati parlano chiaro: il 6,38 del 2020 è al di sotto del 6,23 del 2021.
GLI ABITANTI – A fronte di un’indagine che, nel complesso, promuove – seppur con voti poco sopra la sufficienza – i servizi pubblici locali, bocciando come al solito soltanto trasporti e rifiuti, il calo di soddisfazione degli abitanti del centro storico, secondo i diretti interessati, era prevedibile. Lo spiega chiaramente Viviana Di Capua dell’associazione Abitanti del centro storico di Roma: “Il centro storico è diventato un parco giochi. In altre zone della città i negozi di vicinato, durante la pandemia, hanno dato vita ai quartieri, al centro storico questo non è successo perché queste attività non ci sono, stanno scomparendo. È vero che al centro c’è tanta popolazione anziana, ma ci sono anche molte famiglie giovani con bambini. E non è vero che al centro ci abita soltanto chi ha un censo elevato, ci vive anche chi ci è nato, ci sta da tempo e ha deciso di restare nonostante le difficoltà: gli affitti carissimi, il proliferare di Bed & breakfast e di case vacanza, l’invasione di ristoranti, bar ed esercizi pubblici che hanno inglobato la vita dei rioni del centro storico. Sembra che i nostri rioni debbano vivere solo in funzione di queste attività. Questo non va bene, si manca proprio di rispetto a chi abita un quadrante della città che è patrimonio Unesco ma è stato trasformato in un parco giochi”.