
Milioni di persone in Italia oggi convivono, in modi e gradazioni diverse, con un mostro che le tiene in gabbia e non gli permette di vivere la vita in pienezza. Che sia una malattia biologica, psicosomatica, che sia il Covid con i suoi strascichi o che siano le patologie mentali che, come recentemente ha svelato l’Ordine degli psicologi, portano 8 italiani su 10 ad aver bisogno di aiuto psicologico, sono in milioni ad avere ognuno un mostro invadente, invalidante, feroce con cui dover fare i conti. Il pregio di Coraline, brano dei Måneskin recentemente suonato al Festival di Sanremo, è quello di essere una canzone in grado di far sentire viste, riconosciute, comprese molte tra queste persone, è quello di sprigionare la potenza dirompente che si ottiene dando autenticamente voce a una fragilità reale, è quello, come diceva il poeta T. S. Eliot, di saper dar voce a milioni di storie raccontando sinceramente la propria.
LA STORIA DIETRO LA CANZONE
«Grazie a tutti voi che avete compreso il significato ed il peso di questa canzone nella mia vita» aveva scritto sui social Damiano David, frontman dei Måneskin e autore del brano, dopo averlo cantato commosso a Sanremo, aggiungendo: «E grazie a te Giorgia che me l’hai fatta scrivere e vivere».
La storia che ha ispirato la scrittura di Coraline, infatti, è quella di Giorgia Soleri, modella e influencer ventiseienne da cinque anni fidanzata di Damiano, che da tempo convive con patologie gravose e dolorose come la vulvodinia e l’endometriosi, portando avanti un instancabile lavoro di testimonianza e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla realtà di queste malattie, ancora oggi “misteriose” nelle loro cause e nella loro genesi, e quindi spesso sotto-diagnosticate e sottovalutate. La vulvodinia, etimologicamente “dolore della vulva”, è una patologia che colpisce solo in Italia circa il 15% delle donne, causando un forte dolore a livello inguinale, che si può manifestare durante i rapporti sessuali ma anche in altri contesti della vita quotidiana. «Di endometriosi soffre, secondo gli studi, 1 donna su 10» Ha spiegato la stessa Giorgia Soleri in un post su Instagram, spiegando che i sintomi principali sono: «Mestruazioni dolorose, debilitanti, emorragiche e prolungate che possono portare a vomito e svenimenti; dolori simil mestruali h24; dolore ai rapporti; dolore a urinare; dolore a defecare; dolore pelvico cronico; problemi di digestione e di evacuazione; stanchezza cronica».
IL CONVEGNO ALL’ESQUILINO SULLA VULVODINIA
La modella milanese è da tempo impegnata in una costante attività di sensibilizzazione, di informazione dell’opinione pubblica e di testimonianza personale, sostenuta in questo impegno anche dal fidanzato Damiano David che, nel novembre scorso, in un periodo di fuoco per i Måneskin, ha spostato degli impegni lavorativi per partecipare insieme a Giorgia a un convegno a Roma, all’Esquilino, organizzato dalle associazioni italiane che si occupano di queste sindromi. «Damiano – ha raccontato la dottoressa Silvia Magistri postando alcuni scatti del convegno – dopo essersi esibito al concerto dei Rolling Stones, dopo aver fatto un tour mondiale, ha partecipato ad un sit in per far conoscere la vulvodinia all’Esquilino a Roma, con sì e no 20 gatti presenti, come uno qualsiasi. Damiano ha spostato impegni lavorativi per accompagnare Giorgia al convegno sulla vulvodinia e neuropatia del pudendo e l’ha supportata, abbracciata ed applaudita». Un gesto già eloquente di suo, che non necessita di ulteriori commenti, quello del cantante romano, evidentemente conscio del valore che questo tipo di impegno ha per la fidanzata, che recentemente ha motivato il suo attivismo spiegando: «La mia storia è la storia di molte persone, e ci siamo stancate di essere considerate invisibili. Mi sento in dovere di mantenere alta l’attenzione su un argomento che non ha mai avuto considerazione o risonanza né a livello medico, né a livello sociale».
Impegno nobile, lodevole, ma anche non facile quello di Giorgia Soleri, che pochi giorni fa ha affidato ai social le sue parole molto dure sui continui attacchi di haters che addirittura mettono in dubbio la veridicità della sua malattia. «Non si può piacere a tutti, questo lo so, e capisco anche la critica – ha scritto su Twitter la modella – ma qua siamo oltre: odio su odio, invalidazione di malattie, richiesta costante di quanto e come sto male, giudizi su come reagisco. Non avete idea di che cosa significhi rivivere 10 anni di trauma ogni giorno per colpa di un gruppo di persone (perché giustamente vedete solo ciò che è pubblico, non la merda che arriva in pvt) che han deciso di prenderti di mira colpendo i tuoi punti deboli».