IL PROGETTO – “Abbiamo avuto il piacere di collaborare con l’associazione Nove Onlus e Sport Senza Frontiere per assegnare queste borse di studio attraverso le quali i ragazzi meno abbienti possono approcciare all’atletica paraolimpica: è un modo per fare sport e per favorire l’inclusione sociale – spiega la dottoressa Arianna Mainardi, Segretaria federale della FISPES – il percorso sportivo, guidato dal Responsabile dell’Academy giovanile Fispes, rientra inoltre nell’ambito di un progetto più ampio contro il cyberbullismo”. Un progetto interdisciplinare e trasversale, in piena sintonia con gli obiettivi della Federazione che “prosegue e persegue le finalità sportive di livello promozionale ed agonistico nelle forme e alle condizioni che garantiscano sempre il rispetto della dignità della persona in condizione di disabilità”.
GLI OBIETTIVI – Il lavoro di squadra previsto dal progetto favorisce il raggiungimento di molteplici obiettivi, funzionali ciascuno al raggiungimento degli altri. “Partendo dall’attività sportiva gratuita – scrive Nove Onlus – il progetto Sport4Equality inserisce i minori in un percorso integrato che comprende tutoraggio e monitoraggio, prevenzione ed educazione sanitaria, supporto scolastico, contrasto alla povertà educativa e digitale, sostegno alla genitorialità, formazione e azioni di sensibilizzazione sul territorio”. L’intensa collaborazione tra le Associazioni ha dato vita a numerose iniziative in vari Paesi del mondo, con interventi mirati a contrastare le numerose criticità emerse durante la pandemia che hanno reso ancor più vulnerabili i minori e le famiglie svantaggiate.
UN MODELLO REPLICABILE – “La funzione terapeutica dello sport viene coadiuvata da una serie di attività e di figure professionali dedicate a fronteggiare il disagio sociale e il rischio dell’invisibilità – riprende la nota – il progetto vede la genitorialità come parte attiva del percorso, si propone di dare un supporto alle famiglie fornendo informazioni e competenze a sostegno del delicato ruolo di guida nello sviluppo dell’identità e delle capacità relazionali dei propri figli”. Sport4Equality non si ferma a Roma ma punta a diventare un modello replicabile in tutto il territorio nazionale e internazionale. La partecipazione è dunque aperta alle scuole, alle associazioni sportive, al mondo del volontariato e a vari testimonial, per rafforzare ed estendere al massimo una rete solidale capace di rispondere al crescente bisogno di sostegno socio-economico, sanitario ed educativo dei nuclei familiari e di tutte le persone maggiormente colpite dalla crisi. Una sfida che riparte, contribuendo a superare le barriere che ostacolano l’imprescindibile raggiungimento dell’uguaglianza sociale”.