L’ANTENNA CHE NESSUNO VUOLE – Al sit-in contro il ripetitore erano presenti, oltre ai residenti e al Comitato di Quartiere, anche i consiglieri Agnese Rollo e Daniele Torquati del Pd, Giuseppe Mocci (Presidente della Commissione Trasparenza di Roma Capitale) della Lega e Domenico Corrao del M5s. Tutti insieme, per chiedere ed ottenere lo stop dei lavori e lo smantellamento dell’antenna. “Come consiglieri sia di maggioranza che di opposizione abbiamo supportato la cittadinanza, chiesto e convocate tre Commissioni Trasparenza Capitoline. Inoltre, abbiamo approvato un documento di consiglio dove abbiamo chiesto, in prima battuta, di bloccare gli interventi sul cantiere e poi di rimuovere il manufatto realizzato in modo improprio”, secondo quanto dichiarato al “Caffè” dal consigliere Mocci.
XV MUNICIPIO TENUTO ALL’OSCURO – L’antenna non è altro che un ripetitore, alto 30 metri, il quale secondo i cittadini sarebbe stato installato a loro insaputa, in quanto l’apposita documentazione non è mai giunta in Municipio. Ad inviare la relativa documentazione avrebbe dovuto provvedere il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (PAU) così da consentire al XV Municipio di pubblicare l’avviso per informare i residenti, al fine di organizzare una solida opposizione. Questa dinamica di mancato invio della documentazione e la conseguente impossibilità di diffondere la richiesta contrasterebbe un regolamento del 2015. “Il PAU ci ha informato il primo luglio sul fatto che non c’è titolo abilitativo e ora il Municipio si sta muovendo con degli atti. Dal luglio 2020 al luglio 2021 non siamo venuti a conoscenza di cosa stesse accadendo. Tutto ciò dimostra come non ci sia un filo diretto tra gli stessi uffici del Comune di Roma al di là della politica”, ha aggiunto Mocci.
I RESIDENTI NON CI STANNO – L’antenna è inoltre una stazione punto-multiplo Wi-Fi in banda 5600. “Noi cittadini siamo molto arrabbiati perché è stato fatto tutto senza nessun tipo di comunicazione. Già qualche mese fa notammo su quel terreno dei movimenti (tecnici muniti di palloni aerostatici). Inizialmente pensavamo che costruissero delle unità abitative ma il sospetto ci venne quando un sabato vennero installati i contatori dell’energia elettrica. Chiamammo la Polizia Locale ma nessuno venne; capimmo che si trattava di un’antenna quando venne fatta un’armatura in ferro 10X10 e poi implementata sottoterra”, queste le parole di un residente della zona.
IL PRECEDENTE DELLE ANTENNE DI RADIO VATICANA – La tematica dell’elettrosmog prodotto dai ripetitori non è nuova nel Municipio; i residenti hanno sostenuto per anni una battaglia contro le antenne di Radio Vaticana. “Per l’antenna Wi-Fi di via Ponte degli Incastri è stata fatta una procedura anomala perché il Wi-Fi è di competenza del SUAP, l’Ufficio per le Attività Produttive, invece la richiesta per l’installazione è stata fatta al SUE, lo Sportello Edilizio del Comune di Roma. Serviva una procedura partecipativa dei residenti, i quali dovevano avere un’apposita documentazione utile affinché questi e il Municipio facessero delle osservazioni”, ha puntualizzato Mocci. “I cittadini sono davvero preoccupati – ha aggiunto la consigliera Rollo – perché loro stessi per tantissimi anni hanno lottato contro l’elettromagnetismo di Radio Vaticana. Ci sono state molte malattie come ad esempio leucemie. Si tratta di una zona di Roma estremamente fragile sul piano delle condizioni fisiche e psicologiche della cittadinanza”. Il terreno dove è sita l’antenna è stato anche il luogo di abitazioni abusive, di strutture fatiscenti realizzate alla fine degli anni Novanta; qui vi abitavano fino al 2012, anno in cui ci fu lo sgombero, 30-40 cittadini stranieri regolari e non e a ciò è andata sommandosi anche la questione ambientale e dei rifiuti sul sito (automobili e batterie abbandonate).