Come un nuovo Rinascimento. Dopo il Medioevo del lockdown, Roma – capitale eterna di arte e cultura – riapre luoghi e stanze di bellezza dopo tre mesi di chiusura. Musei, siti archeologici, mostre tornano ad accogliere gli spettatori, in primis i romani che (ri)scoprono quei luoghi sepolti dalla frenesia e da una certa disattenzione. Colosseo, Basilica di San Pietro, Foro romano i simboli della città, riscoperti da un turismo urbano e regionale. Con il Lazio in zona gialla, dallo scorso 1° febbraio, si possono ammirare le collezioni permanenti e le mostre al Palazzo delle Esposizioni, i Musei Capitolini, i Mercati di Traiano, il Museo dell’Ara Pacis, la Galleria d’Arte Moderna, i Musei di Villa Torlonia e la lista sarebbe lunghissima. Riapre anche il monumento che il mondo ci invidia, il parco archeologico del Colosseo, che comprende il Colosseo, il Foro Romano e il Palatino, ma solo dal lunedì al venerdì, per evitare folla ed assembramenti del weekend.
Musei: la cultura vince il Covid
Chiaramente le misure anti-Covid complicano la situazione. Ma la prenotazione obbligatoria, numeri contingentati e rispetto delle distanze, rendono la visita un’esperienza comunque piacevole, oltre che possibile. E mai come in questa fase storica, la riapertura di musei e mostre, è un segnale di speranza forte. “Questi mesi hanno messo tutti noi a dura prova sotto molteplici punti di vista: dalle difficoltà economiche, alla riduzione drastica delle occasioni di socialità e condivisione. Visitare una mostra, ammirare le collezioni dei musei, scoprire tutta la bellezza dei nostri parchi archeologici sono elementi essenziali per la crescita culturale e sociale dei cittadini, in particolare delle nuove generazioni”, ha detto a Il Caffè di Roma, Albino Ruberti, Capo di Gabinetto della Regione Lazio. “Con il passaggio del Lazio in zona gialla, è stato possibile finalmente riaprire anche gli spazi espositivi regionali. A Roma, il WeGil che, per l’occasione ha prorogato al 26 febbraio la mostra “Robotizzati. Esperimenti di Moda”, ma anche lo splendido Castello di Santa Severa. È importante però non abbassare la guardia e vivere queste riaperture responsabilmente così da non vanificare gli sforzi fatti fino a oggi” ha aggiunto Ruberti.
Dal Campidoglio tutto tace
Ma nella speranza che la situazione dei contagi resti sotto controllo e quindi che Roma ed il Lazio restino in zona gialla, (e l’avvio di una campagna vaccinale di massa fanno ben sperare) c’è anche la necessità non solo di riaprire, ma soprattutto di riprogrammare la ripartenza, che equivale a pensare al futuro romani e dei turisti italiani e stranieri che vorranno progettare le vacanze romane. Servirebbe dunque, un segnale forte da parte dell’amministrazione Raggi, che si avvia a concludere il suo mandato da sindaco, ma che intende ripresentarsi alle urne. Abbiamo provato a contattare il nuovo assessore alla cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci, ma gli impegni lavorativi l’hanno sottratta alle domande sul futuro prossimo di Roma che vive – economicamente parlando – proprio grazie al suo immenso patrimonio culturale.
Le riaperture
A dare una risposta concreta al desiderio di cultura, c’è la cultura stessa con alcune novità. Con la riapertura dei Mercati di Traiano è stata inaugurata la mostra Napoleone e il mito di Roma (fino al 30 maggio) ideata in occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte, celebrato dalla mostra che ripercorre il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma. Al Museo dell’Ara Pacis, unica tappa unica italiana della mostra Josef Koudelka. Radici, cento spettacolari immagini panoramiche, che documentano lo straordinario viaggio dell’artista ceco alla ricerca delle radici della nostra storia. E tra le altre mostre messe in pausa dal lockdown, hanno riaperto: ai Musei Capitolini, la mostra sulla storia del collezionismo dei marmi antichi, romani e greci, I marmi Torlonia. Collezionare capolavori, sempre ai Musei Capitolini l’esposizione Il Tempo di Caravaggio con il celebre dipinto del Caravaggio ragazzo morso da un ramarro ed alla Galleria d’Arte Moderna, Sten Lex. Rinascita, una selezione di opere dei due noti muralisti italiani.
Il rilancio della cultura
“Ci troviamo – ha ribadito a Il Caffè di Roma, Albino Ruberti, Capo di Gabinetto della Regione Lazio – in una fase di transizione al digitale di buona parte delle attività quotidiane, un processo accelerato dall’arrivo del Covid-19. Anche nel settore museale questa transizione così rapida ha portato alla luce diverse criticità, spesso non direttamente imputabili alla gestione dei musei ma conseguenza di carenza di tecnologie adatte o di personale qualificato. Per sopperire a tutto questo, su input del Presidente Zingaretti, la Regione Lazio sta investendo importanti risorse per l’adeguamento tecnologico e digitale dei luoghi della cultura. Nel 2020 abbiamo stanziato 2,5 milioni per musei, biblioteche, archivi storici, ecomusei e istituti culturali, proprio per sostenerne il funzionamento, potenziare il livello di accessibilità delle strutture, promuovere l’utilizzo di piattaforme digitali e strumentazione tecnologica nonché rafforzare la formazione del personale. Abbiamo destinato 5,2 milioni alla valorizzazione dei luoghi della cultura per sostenere progetti che migliorano accessibilità e fruibilità degli spazi culturali. Infine, la Regione e il MIUR, con il supporto del MISE e del MiBACT, hanno finanziato con un totale di oltre 27 milioni lo sviluppo nel Lazio del “Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni e alle attività culturali” con cui si punta a dare un volto nuovo alla fruizione dei beni e delle attività culturali attraverso la ricerca e il nostro tessuto imprenditoriale”.