E’ stata bocciata dall’aula consiliare del III Municipio la Proposta Capitolina relativa al canone patrimoniale per le occupazioni di suolo pubblico (OSP) presentata dal Presidente della commissione commercio Andrea Coia. “Questa proposta di deliberazione, che fa il bis con quella precedente – afferma la consigliera Dem del III Simona Sortino – mira a rendere definitive non solo le concessioni emergenziali dovute alla situazione sanitaria in essere, ma anche a semplificare la procedura per quelle future, con una serie di passaggi insiti nella proposta capitolina stessa”. “Pur condividendo la necessità di supportare le attività commerciali in questo momento di estrema crisi del settore – sottolinea – non ne condivido la modalità, ovvero un processo di “deregolamentazione” che vedrebbe alcuni quadranti del nostro Municipio trasformati in modo definitivo”. “Avendo seguito nei mesi passati le commissioni capitoline commercio – aggiunge Sortino – non ho sentito parlare dei cittadini, di una concertazione con i residenti che metta in relazione le esigenze commerciali con la vivibilità dei luoghi. Solo marginalmente si è parlato di Decoro Urbano e solo esclusivamente in termini di arredo urbano omogeno. Una progettualità miope che vuole raccogliere i consensi delle associazioni di categoria senza guardare oltre, senza avere una visione sociale dei luoghi e delle trasformazioni che si perseguono con questa delibera capitolina. Una visione che non prende in carico i risvolti collettivi e non recepisce le istanze dei tavoli partecipati con i comitati di quartiere dei diversi quadranti della città, tavoli durati anni. Una prospettiva, è sotto gli occhi di tutti, che non riesce nell’applicazione e nel rispetto del Regolamento di Polizia Urbana, ma vuole allargare ancora le maglie”. “È chiara la migrazione del panorama delle attività di vicinato in attività di somministrazione di alimenti e bevande in alcune aree della nostra città – chiosa l’esponente del Partito Democratico – adesso, con una “deregolamentazione” delle concessioni e senza accompagnare il processo, si vogliono snellire le procedure, senza tenere conto che è ancora assente un equilibrio per le pregresse trasformazioni. Personalmente resto nella posizione di sempre, ciò che è pubblico è di tutti, e quando si lavora per un cambiamento occorre farlo con strumenti che garantiscano che le trasformazioni non portino a un peggioramento della qualità di vita dei cittadini residenti”.
22/01/2021