Com’è la situazione ad un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico?
“La situazione è molto fluida, siamo in mezzo ad una tempesta. La pandemia ha caratteristiche che cambiano in continuazione, quindi non abbiamo un quadro di riferimento costante. Ogni giorno anche l’opinione pubblica sente la necessità di provvedimenti che facciano fronte a quanto sta accadendo. La scuola è iniziata con tutti i problemi tipici, che si trascinano da decenni e mai stati risolti”.
Quali sono le criticità maggiori?
“I docenti che non sono tutti presenti a scuola dal primo giorno, i banchi monoposto che sono ancora in consegna e non sappiamo quando sarà ultimata. E poi abbiamo una situazione di caos, legata all’incapacità delle Asl di tracciare i contatti e monitorare i contagi nelle scuole”.
E questo cosa comporta?
“Spesso si mettono in quarantena intere classi senza aver fatto un tracciamento approfondito. Se un alunno risulta positivo o deve fare il tampone, si rischia di chiudere tutta la classe e questo accade in continuazione. Questa situazione sta creando difficoltà gestionali nelle scuole, gli alunni stanno a casa, poi vanno a scuola, ed oltre a questo ci sono le regioni che decidono di chiudere. Per ora nel Lazio si sta limitando solo la frequenza in classe degli studenti più grandi”.
Nelle scuole superiori, l’ultimo Dpcm stabilisce almeno il 75% delle ore in didattica a distanza. Internet e computer mancano ancora nelle scuole?
“C’è stato sicuramente un miglioramento. Inoltre nel Decreto Ristori sono stati stanziati altri 85 milioni di euro per acquistare device tecnologici da dare in comodato d’uso alle famiglie meno abbienti”.
Il 14% degli studenti non ha accesso ad un pc. Significa non consentire l’istruzione.
“Il problema, oltre ai computer, è la rete internet in casa, perché molti studenti non ce l’hanno. Su questo si può intervenire, estendendo la rete mobile, ampliando la copertura del cellulare in tutta Italia. Noi lo chiediamo dal primo lockdown”.
Ci sono difficoltà nell’applicazione dei protocolli di sicurezza?
A me risulta che nelle scuole tutti i protocolli siano rispettati e le mascherine, a parte le difficoltà dell’inizio, ci sono”.
Prima del ritorno a scuola, si temeva la carenza di aule e spazio. E’ stato risolto?
“Il territorio laziale sconta problemi vecchi di anni, ma se i piccoli centri sono più gestibili, il problema principale si riscontra a Roma, dove c’è un patrimonio edilizio vetusto, difficile da manutenere e da gestire in modo ottimale”.
Crede che il concorso per gli insegnanti si concluderà?
“Sta andando avanti, ma tutto quello che ipotizziamo oggi potrebbe essere smentito domani. Se il governo disponesse un lockdown, possibile che anche il concorso venga sospeso”.