Consigliera Ficcardi, quale secondo lei il futuro della municipalizzata Ama?
“Se ci sarà, direi: il condizionale è d’obbligo se guardiamo alla strada seguita finora, non per volontà dei colleghi della Commissione ambiente o bilancio, ma della Sindaca Raggi e di persone di sua fiducia: tra questi senz’altro l’assessore al Bilancio Lemmetti, il DG Giampaoletti e altri professionisti di fiducia. Spero il futuro non sia quello che di tanto in tanto emerge, senza categoriche smentite, da agenzie stampa che deducono dagli avvenimenti: mi riferisco all’ipotesi di affidamento di almeno parte dei servizi Ama (su tutti la gestione degli impianti) ad Acea e ai suoi capitali privati, accanto al 51percento comunale”.
Tanti cambi al vertice aziendale e programmazione, per molti, nettamente sotto le aspettative. Quali i demeriti della sindaca Virginia Raggi, se ne vede.
“Restiamo in attesa ancora dei bilanci 2017, 2018 e ora anche 2019. Il codice civile, oltre alle delibere dell’epoca Marino che questa Giunta comunale non ha mai revocato e che prevedono la possibilità di esternalizzare parte dei servizi, disporrebbe il fallimento in caso di un tale ritardo sui bilanci. Quello che mi aspettavo dalla Sindaca Virginia Raggi era un intervento decisivo per migliorare Ama, inteso come garanzia di un servizio pubblico, e non farla crollare come covo del marcio e basta. Eppure, proponevamo di aumentare la differenziata fino al 70%. Obiettivo forse troppo ambizioso, ma le decisioni che hanno portato alla crisi di Ama per gli iniziali 18 milioni di controversia, hanno impedito anche solo di avvicinare quel risultato. Il primo tra i demeriti è stata la totale assenza di fiducia verso consiglieri e “base” da parte della Sindaca, omettendo ogni condivisione per le scelte decisive: sulla Partecipata come su tutto in tema rifiuti e non solo, nel silenzio di tutti i livelli del Movimenti Cinque Stelle. Il fallimento su Ama e sulla gestione Rifiuti è sotto gli occhi di tutti, mentre il Regolamento per la Gestione dei rifiuti di Roma continua ad essere aggiornato al 2005. È stato disatteso l’indirizzo politico che ne sollecitava l’aggiornamento e la sindaca, ancor oggi anche Assessora ai rifiuti, non ha voluto che questo risultato fosse portata a termine. Ecco, questo il modus operandi di chi doveva rappresentare la “democrazia dal basso”.