È in corso davanti l’Istituto Spallanzani di Roma una protesta dei ricercatori che lavorano all’interno della struttura sanitaria, balzata negli ultimi anni agli onori delle cronache sia per le attività di ricerca svolte in funzione anti-Covid che, ancora più di recente, per il contributo alle vaccinazioni (anche pediatriche) dei profughi ucraini, oltreché per le attività di controllo dei focolai di Tubercolosi. “Eterni precari”, così si definiscono i ricercatori che quest’oggi, 10 marzo, hanno incrociato le braccia. L’iniziativa è promossa dall’Arsi-Associazione Ricercatori in Sanità. Protestano contro il cosiddetto ‘piramidato’. “Cos’è la piramide? – lo spiegano in un nota stampa i promotori dell’iniziativa – dopo anni e anni di contratti flessibili, nel dicembre 2019, sono state istituite le figure del ricercatore sanitario e dei collaboratori della ricerca, con un contratto a tempo determinato di 5 anni, rinnovabile per altri 5, considerato come un periodo di formazione… E dopo la piramide? Ad oggi non si sa… perché alla fine di questo percorso non è stata ancora prevista dal Ministero una figura professionale stabile nel Servizio Sanitario Nazionale… Cosa chiedete oggi al inistero della salute? Basta con il precariato! Occorre: Definire i ruoli dei ricercatori sanitari e dei collaboratori della ricerca! Creare la pianta organica della ricerca sanitaria negli irccs e izs stabilizzando i ricercatori e i collaboratori della ricerca storici della ricerca sanitaria! Fermare l’attuale ricorso indiscriminato alle borse di studio!”.
10/03/2022