Pasolini fu un grande poeta della vita, un cantore dell’unicità e dell’irripetibilità di ogni singola persona
LA PORTATA STORICA DEL MESSAGGIO DI PASOLINI
Lo scrittore Giordano Meacci, in una sua lezione tenuta ad un corso di scrittura creativa al quale ho partecipato, ci spiegò che le voci che parlano di Roma e che restano in piedi mentre lei, la Città, le ascolta, sono soltanto quelle dei titani, dei giganti della letteratura. Perché Lei, la Città, sta lì, da millenni, ed ha assorbito racconti su di sé fatti dai più geniali autori della storia umana, e le tue parole le scivoleranno sulle millenarie mani mentre solo quelle dei giganti, che sapranno aggiungere qualcosa di nuovo a quanto già espresso da Virgilio, da Ovidio, da Orazio, da Lucano, da Dante e da mille altri, resteranno. Ecco, le parole di Pier Paolo Pasolini su questa Città, e non solo, sono rimaste. Lucide, taglienti, ancora lì ad affondare la lama nella carne della storia, più attuali che mai in un momento drammatico come quello attuale. E che cosa dicono, che cosa hanno detto al mondo e a Roma le parole di questo titano, di questo gigante della poesia italiana, l’ultimo vero grande autore italiano che non sfigura e che regge il confronto con i padri e le madri della nostra gloriosa tradizione letteraria?
Pasolini vide la crisi dell’Occidente, delle sue istituzioni e della sua politica con decenni d’anticipo
SOBRERO PER RICORDARE PASOLINI
Ecco forse, l’unica cosa che possa fare per dare un senso e un valore a questa riflessione, è farmi da parte, non parlare di Pasolini con le mie parole, ma ricordare quelle che un grande antropologo, Alberto Sobrero, ha dedicato al poeta nelle sue lezioni universitarie alla Sapienza e nel suo libro Ho eretto questa statua per ridere, uno degli ultimi libri che il professor Sobrero ha scritto prima di morire. Alberto Sobrero è stato un grande accademico e antropologo italiano, titolare della cattedra di Antropologia culturale alla Sapienza, e io, irrazionalmente, contro tutte le regole del giornalismo e della cronaca, vorrei qui ricordarlo da una prospettiva personale, perché mi ha voluto bene, mi ha compreso, aiutato, e in un momento molto duro della mia vita mi è stato vicino e mi ha fatto sentire capito e sostenuto mentre lavoravo alla mia tesi su Pasolini di cui era il relatore. Questo articolo vorrebbe, ricordando Pasolini, ricordare con commozione la lettura che ne diede Alberto Sobrero, e rimandare al suo libro Ho eretto questa statua per ridere, per indicare uno studio che centra il cuore profondo del messaggio pasoliniano, e descrive in modo approfondito la relazione significativa che il poeta ebbe con la nostra Città. «Pasolini fu essenzialmente un poeta», così, Alberto Sobrero, definisce l’approccio alla cultura e alla vita tipico di Pasolini all’inizio del suo libro, che poi continuerà sviluppando questa frase fondamentale. Pasolini fu un poeta della Vita, un cantore dell’unicità e dell’irripetibilità di ogni singola persona ed esistenza umana, e il volto di ogni singolarità, di Accattone, di Mamma Roma, di Ettorino, di Genesio, di Riccetto, è parte, nell’opera pasoliniana, del mosaico che costituisce quella Poesia al cuore della Realtà che Pasolini per tutta la vita volle scoprire, proteggere, tutelare, difendere, testimoniare, far emergere, gridare. Pasolini vide la crisi dell’Occidente, delle sue strutture, delle sue istituzioni, della sua politica, della sua cultura, con decenni di anticipo, e la sua critica alla civiltà occidentale resta per molti aspetti tutt’oggi insuperata. Egli vide, scrisse, mostrò e denunciò i rischi di un’omologazione, operata dalla cultura consumistica e “neocapitalista” – per usare le sue parole – che neanche i totalitarismi avevano potuto realizzare a un tale livello di pervasività ed efficacia, e propose una lettura della società in cui le due grandi forze ideologiche del Cristianesimo e del Marxismo avrebbero dovuto allearsi e scoprirsi complici nel mettersi al servizio dell’unicità e dell’irripetibilità della Vita presente in ogni persona umana. Elaborare una nuova cultura di opposizione e resistenza a quella nichilista e tecno-capitalista ancora oggi imperante in Occidente, questa è la sfida di portata epocale che Pasolini ci ha consegnato. Una sfida, questa, quanto mai urgente e attuale in questo momento della nostra storia.