Torna a farsi sentire l’associazione Pro Vita & Famiglia con una dura nota, dopo che le presunte Linee guida, una volta annunciate sono state ritirate e smentite ufficialmente. Ecco la not di Pro Vita & Famiglia.
PRO VITA: «CHI HA FATTO QUESTO DOCUMENTO?»
“Dopo le direttive gender, imposte e poi ritirate a seguito della denuncia delle famiglie, la questione non è chiusa per noi né per i genitori che ci chiedono protezione e tutela per i loro figli a scuola. A questo punto chiediamo un’Ispezione del Ministero della Salute e una del Ministero dell’Istruzione e che si porti il caso in Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. Vogliamo sapere chi ha fatto circolare questo vergognoso documento. Al San Camillo-Forlanini chiediamo inoltre di procedere alla sospensione della convenzione col Saifip dopo aver utilizzato, senza alcuna autorizzazione, il logo dell’Azienda abusando di un rapporto in corso finalizzato al supporto psicologico di adeguamento tra identità fisica e psichica” hanno dichiarato Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus insieme a Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo che si è occupata del tema. Saifip è la sigla del Servizio di Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica, in pratica l’organizzazione che si occupa di coloro che “intendono chiedere la “rettificazione di attribuzione di sesso”.
LO SCANDALO DELLA CLINICA INGLESE
“Il Saifip gestito dall’Istituto Metafora – prosegue la nota di Pro Vita & Famiglia – nei suoi documenti vanterebbe collaborazioni con la stessa clinica londinese che è stata al centro di un immenso scandalo, dove medici che vi lavoravano hanno denunciato pressioni dalle lobby per diagnosi di disforie affrettate ed esperimenti sui minori, che oggi, adulti, stanno denunciando queste facilonerie sulla loro pelle, approccio che abbiamo ritrovato sulle linee guida. E in reparto che approccio usano? Lo stesso? Perfino sui suoi canali social il Saifip propaganda una visione politica, ideologica, invece che scientifica o clinica. Ed è vero che presta servizi alle coppie che ricorrono all’utero in affitto? Su queste tematiche chiediamo massimo controllo, fuori l’ideologia dai reparti: basta strumentalizzazioni politiche sulla pelle dei nostri figli!”.
L’ANTEFATTO DELLE LINEE GUIDA
La nota di Pro Vita e Famiglia arriva a seguito del brutto pasticcio emerso nei giorni scorsi: l’ufficio scolastico regionale del Lazio, il 14 maggio aveva diramato alle scuole laziali un documento con le ‘strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere’.
Poco dopo si sono fatti sentire forte e chiaro i vertici dell’ospedale San Camillo Forlanini, presso il quale è attivo il Saifip. “Nessuna linea guida è stata diffusa dall’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini – dice un loro comunicato ufficiale – riguardo al documento Strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere. Per tale ragione, l’azienda ha diffidato l’istituto Metafora – Centro Ricerca e Terapia della Famiglia, del Bambino e dell’adolescente S.r.l. (Saifip)”. L’azienda ospedaliera ha inoltre precisato che il Saifip “ha utilizzato, senza alcuna autorizzazione, il logo dell’Azienda abusando di un rapporto di convenzione in corso con il San Camillo Forlanini, finalizzato al supporto psicologico di adeguamento tra identità fisica e psichica. Pertanto – conclude la nota – l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini non è responsabile né dei contenuti, né delle modalità con cui tale documento è stato diffuso”.
IL DIETROFRONT SCOLASTICO
Le cosiddette “Linee guida sulla varianza di genere”, appunto. Pochi giorni dopo, il 18 maggio, lo stesso USR, ufficio scolastico regionale, ha ritirato quel documento con un circolare firmata dal direttore generale Rocco Pinneri, inviata alle istituzioni scolastiche statali e paritarie del Lazio, ai Cpia del Lazio (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) e per conoscenza agli Uffici scolastici provinciali. “Il documento – ricorda l’Usr del Lazio – era stato diffuso alle scuole quale materiale di preparazione per un corso di formazione per i docenti della durata di 4 ore da tenersi a settembre. Il corso avrebbe dovuto dare ai docenti interessati indicazioni di massima su come gestire eventuali richieste degli studenti di confrontarsi sul tema della varianza di genere. La fiducia nel pedigree del documento non può che essere incrinata dal fatto di aver appreso che l’estensore avrebbe una affiliazione scientifica diversa da quella che era stata rappresentata a questo Ufficio. Per questo motivo – conclude la nota inviata alle scuole – il documento è ritirato e il corso di formazione è sospeso”.
LA REGIONE: «NON ESISTE ALCUNA LINEA GUIDA REGIONALE»
Anche la Regione Lazio è corsa ai ripari, per bocca dell’Assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria, Alessio D’Amato. “Non esiste alcuna linea guida regionale sulla varianza di genere. L’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, in accordo con l’Assessorato alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, ha infatti diffidato l’Istituto Metafora (Saifip) per avere inviato all’Ufficio Scolastico Regionale, senza alcuna autorizzazione e con il logo dell’Azienda Ospedaliera, il documento diffuso nel corso di un webinar. Peraltro un’azienda ospedaliera non può emanare nessuna linea guida, questo genere di documento è sempre di carattere Nazionale o Regionale. Rimango sorpreso di come sia stata possibile la successiva diffusione alle scuole da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, senza un preventivo accertamento della fonte e dei contenuti”.
A febbraio scorso si era creata una situazione simile, sull’iniziativa di far leggere fiabe gender ai bambini da parte di due Drag Queen, ossia uomini travestiti e truccati da donne, prevista alla biblioteca interculturale “Cittadini del Mondo” nel VII Municipio di Roma.