ZINGARETTI E FRANCESCHINI: PRONTO IL CALUMET DELLA PACE
Dopo quasi un anno di gelo politico tra le due principali correnti del Pd, sfociato a febbraio 2019 in vera e propria ‘guerra’ giudiziaria davanti la Corte Costituzionale, ora Franceschini e Zingaretti – i due principali capi corrente del centro-sinistra – sono pronti a fumare il calumet della pace per ricomporre i pezzi di una lotta intestina che rischiava di creare un danno irreversibile all’intero settore edile regionale, su cui grava già una crisi di sistema che va avanti da oltre un decennio oltreché la recente pandemia sanitaria che ha, se possibile, acuito ancora di più le difficoltà preesistenti.
L’URBANISTICA COME LA GIUSTIZIA
I problemi che il nuovo Piano edilizio è chiamato ad affrontare e risolvere sono molti. L’Urbanistica costituisce, insieme alla Giustizia, uno dei settori della Pubblica Amministrazione in cui si avverte maggiormente il bisogno di certezze, quali: dribblare il pressing di certe lobby del settore, scongiurare gli appetiti cementizi di più di qualche Giunta comunale spregiudicata e mettere con le spalle al muro chi sguazza nell’abusivismo, ma, prima e soprattutto, dare risposte ai cittadini che attendono di sapere, molto semplicemente, se sul loro terreno è possibile costruire o modificare un immobile.
POLITICI TROPPO INDECISI (FINORA)
Sul Piano edilizio del Lazio i politici regionali si sono mostrati particolarmente indecisi. La versione preliminare del Piano edilizio, infatti, era stata votata dal Consiglio regionale nel luglio del 2007, 13 anni fa. La prima Giunta Zingaretti (2013-2018), con l’allora assessore all’Urbanistica Michele Civita, non era riuscita a trovare il bandolo della matassa. Dall’entrata in scena della seconda Giunta Zingaretti e del nuovo assessore Massimiliano Valeriani, ad aprile 2018, la situazione si è complicata ulteriormente. Associazioni e comitati territoriali hanno chiesto all’assessore Valeriani tutele aggiuntive per il centro storico della città eterna, una zona unica al mondo, già considerata patrimonio mondiale Unesco. Ma anche vincoli edilizi più stringenti sul resto del territorio regionale.
E LA RIGENERAZIONE URBANA?
Inoltre, i cittadini, i lavoratori, i sindacalisti del settore edile e i costruttori hanno chiesto a gran voce – anche se per ragioni e finalità diverse – di incentivare la cosiddetta rigenerazione urbana, ossia la buona pratica che prevede il recupero degli immobili abbandonati per salvare il territorio ed il paesaggio dall’avanzata troppo spesso incontrollata del cemento, bloccare il consumo di suolo, uno dei mali della nostra società, e far ripartire il settore edilizio che batte decisamente la fiacca da troppo tempo, attraverso, ad esempio, l’efficentamento energetico delle nuove costruzioni edilizie.
CITTADINI, SEMPRE GLI ULTIMI A SAPERE LE COSE
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la Giunta Zingaretti si mostrerà più disponibile a confrontarsi coi cittadini?
L’impressione è che nessuno, nella maggioranza di centro-sinistra, abbia voglia di parlare di un tema che pure riguarda e molto da vicino i cittadini, che lamentano poco coinvolgimento, ma anche e soprattutto il futuro delle prossime generazioni.
Il momento della verità è vicino. Presto conosceremo tutto ciò che i politici hanno deciso per noi. Spiace però constatare come, per l’ennesima volta, cittadini, comitati e associazioni territoriali non siano stati adeguatamente coinvolti nei processi decisionali e continuino ad essere sempre gli ultimi a sapere le cose. Di trasparenza, condivisione e confronto si continua a parlare, ma sempre e solo in campagna elettorale.
Costruttori: “Necessario un giusto equilibrio”
“Noi – ha dichiarato Nicolò Rebecchini, presidente Acer, Associazione Costruttori Edili a il Caffè di Roma – non conosciamo i contenuti dei lavori intercorsi tra la Regione Lazio e il Mibact riguardo al PTPR, né tantomeno siamo al corrente se vi siano delle positività di cui si parla sulla stampa. Ribadiamo quanto già detto: non possono essere introdotti nuovi aggravi procedurali, che bloccherebbero l’avvio di tante iniziative già coerenti con la normativa paesaggistica, interrompendo così la ripresa economica da tutti auspicata, proprio in questo delicato momento di crisi in cui è fondamentale far ripartire l’occupazione e ridare vita al tessuto socio-economico della regione. È necessario pertanto – conclude Rebecchini – mantenere il giusto equilibrio tra le esigenze di sviluppo e la tutela del territorio”.