Antonio Flamini, Silb Fipe, ha richiesto «un finanziamento a fondo perduto», ha parlato dell’applicazione «del protocollo sicurezza per le discoteche per evitare la diffusione del coronavirus», di evitare «la movida selvaggia» e ha sottolineato come non si possa «ballare al chiuso e con il distanziamento di due metri nelle piste dal ballo».
Giancarlo Bornigia, Club Festival Commission, ha invece chiesto il «riconoscimento di impresa culturale per la musica elettronica», oltre a «una particolare attenzione a tutti quelli che non hanno ricevuto la cassa integrazione«. Per Alberto Gargano di “Uniti insieme” il protocollo «è difficile da gestire e comprende incongruenze» come quelle per le discoteche, ovvero il distanziamento di 2 metri in pista e i privé con i tavoli distanziati di un metro».
Claudio Pica, Fiepet, ha parlato di «linee guida più precise» e di differenze tra manifestazioni pubbliche «dove si crea assembramento» e discoteche «dove bisogna mantenere le distanze di 2 metri».
E poi Marco Trulli, Arci Lazio: «Nelle linee guida è impossibile districarsi. Ci serve capire la contestualizzazione della somministrazione» ha detto a proposito dei “bar sociali”, «perché altrimenti non riapriamo, né al chiuso e né all’aperto. Chiediamo un sostegno per l’affitto di tutti questi mesi, non abbiamo ancora certezza per il credito di imposta». Sulla stessa lunghezza d’onda Vito Scalisi, Arci Roma: «Alla manifestazione al Circo Massimo gli Ultrà hanno potuto montare un palco. Noi, no».
È intervenuto anche l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lazio, Paolo Orneli: «Non c’è la volontà di non affrontare certi temi. Ci sono centinaia di migliaia di imprese che hanno subito gli effetti del lockdown. Serve fare tutto il possibile per sostenere le imprese in questa ripartenza». La Regione Lazio «rivendica una linearità di condotta, una tenuta sotto controllo della linearità dei contagi» e, sottolinea Orneli, «ha avuto un ruolo attivo nel concordare le linee guida. Nessuno vuole riaprire per richiudere». L’assessore ha parlato di «uniformare le linee guida per i congressi con quelle degli spettacoli dal vivo. Le regole come quelle dei due metri per le discoteche sono state decise ai fini del calcolo della capienza massima per un locale. Le piste da ballo sono il 30% del locale. Facendo due conti, la capienza non sarà troppo ridotta rispetto al pre pandemia. Regola del buon senso». Orneli, che ha sottolineato come siano «chiare» le linee guida delle Regioni, definisce importante «il patto delle istituzioni con i gestori per la sicurezza. Si è lavorato per la riapertura in sicurezza». Dopo il Dpcm sulle riaperture decise per il 15 giugno, «faremo subito l’ordinanza, adottando le linee guida delle Regioni». È importante «il sostegno alle imprese nel posizionamento competitivo».
Per la presidente della commissione Attività produttive e Sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio, Marietta Tidei, «alcune cose delle linee guida delle conferenza delle Regioni possono sembrare poco sostenibili. Ma sono state fatte per la sicurezza. Serve un punto di caduta tra la sostenibilità e le esigenze. Serve buonsenso. La Regione ha lavorato attraverso un ascolto continuo». C’è stato, per tutti, sottolinea Tidei, «un ritardo sulle riaperture. Bisognava anticipare una riflessione». Nelle sue considerazioni, la presidente ha sottolineato come sia importante il ruolo «delle istituzioni locali. Ognuno di noi pensa che le risorse non siano sufficienti. Parliamo di tre mesi di lockdown. Lo sforzo è stato comunque fatto». Tidei ha parlato quindi di «turismo di prossimità» e il fatto che si andrà meno in vacanza «può essere un’opportunità per chi ha un locale. L’estate sia più gradevole per i cittadini del Lazio».