Possiamo dire con una certa tranquillità che in Italia complessivamente è stato superato il picco dell’epidemia di coronavirus Sars-Cov2, misurato in nuovi contagi diagnosticati ogni giorno e in base ai dati comunicati al 6 aprile. Nel Lazio, sono 3 le province in cui si può affermare ad oggi realisticamente che il picco è stato superato. Ecco gli aggiornamenti forniti al Caffè dal dottor Giovanni Sebastiani, primo ricercatore presso l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che sta analizzando passo passo, giorno per giorno la situazione con Marco Massa del Dipartimento di Matematica dell’Imperial College di Londra. Elaborano e “depurano” i dati mediante complessi modelli matematici. Uno dei problemi sui dati è proprio la loro conoscenza in tempi diversi e sfalsati. Tre importanti e positive conferme e un’amara sorpresa.
Spiega il dottor Sebastiani: «La provincia di Roma a in discesa. Ha un bellissimo picco, confermato molto bene e superato. Il valore stimato è di 1,5 nuovi casi al giorno ogni 100mila abitanti. Frosinone va più che bene, continua a scendere vicino a zero, con un numero di nuovi casi stimati al giorno pari ad uno ogni 100mila abitanti. La discesa appare certa. Viterbo: Picco superato e comportamento in ribasso abbastanza confermato. La stima è di 2 nuovi casi al giorno ogni 100mila abitanti». Brutta sorpresa per Latina: ha mostrato segni di appiattimento della curva del numero totale dei casi nella terza decade di marzo, purtroppo non confermato nella prima settimana di aprile dove il numero totale dei casi ha un aumento lineare – spiega ancora l’esperto del Cnr – con circa 10-15 nuovi casi al giorno. I casi sperimentali, ossia misurati sul campo, sono saliti da 20 a circa 60 per 100mila abitanti. Mentre quelli stimati secondo il nostro modello di sono poco più di 2 nuovi casi al giorno ogni 100mila abitanti».
La provincia Rieti è da vedere: «Mostra di aver superato il picco. Ciò va confermato nei prossimi giorni poiché ha avuto due aumenti significativi dei casi totali, uno tra il 31 marzo e il primo aprile e l’altro tra il 5 e 6 aprile, con 134 nuovi contagi, molto probabilmente a causa dal ritardo con cui vengono effettuati i test e comunicati i loro risultati».
Non significa affatto che allora è tutto risolto e che si può fare come ci pare. L’attenzione e la cautela devono restare massime. Giova sempre ricordare che in questa situazione vi è una grande variabile che può far cambiare tutto: i nostri comportamenti. «Il risultato vale se non cambierà l’ipotesi sul comportamento virtuoso degli italiani rispetto alle misure di riduzione del rischio di contagio introdotte dal governo – sottolinea il dottor Sebastiani -. È quindi fondamentale che ciascuno di noi continui a fornire il proprio contributo, da solo trascurabile, ma che sommato a quelli di tutti gli altri, ha generato l’effetto osservato di frenata della diffusione dell’epidemia».