Fucci, per quale motivo è passato dal M5S alla Lega?
“Io sono fuori dal Movimento 5 Stelle da un paio d’anni ormai. Devo dire che ho seguito con grande interesse la nascita del Governo gialloverde e nell’anno abbondante in cui hanno governato ho avuto modo soprattutto di apprezzare i provvedimenti della Lega, come il Decreto Sicurezza uno e due, che hanno posto un argine agli sbarchi incontrollati mentre il messaggio che sta mandando questo Governo è di un ritorno al passato. Mi ha convinto anche la Legge sulla legittima difesa, un provvedimento senza precedenti per il nostro Paese e poi ‘Quota 100’ che è riuscita a smuovere un po’ il mercato del lavoro, liberando nuovi posti per i giovani. Ho visto nella Lega una forza politica molto concreta che ha avuto il coraggio di portare avanti le sue idee”.
Qual è la storia politica di Fabio Fucci?
“Politicamente io sono nato nel Movimento 5 Stelle, ho aderito quasi subito ad una proposta che mi sembrava innovativa, ma che poi ha perso quasi tutto delle origini. Devo dire che, prima dell’avvento di Grillo, come elettore sono sempre stato vicino alle posizioni del centrodestra”.
È vero che lei potrebbe essere il candidato della Lega come sindaco di Roma?
“Ma non è che una suggestione, niente che sia stato annunciato. Ho semplicemente risposto alla domanda di un giornalista durante un’intervista radiofonica, cioè che mi sento in grado di poter rivestire un ruolo di quel tipo. Poi naturalmente decideranno i partiti, ci saranno degli incontri e verranno prese delle decisioni dove è giusto che vengano prese. Ma posso dire che non mi creerebbe nessun imbarazzo essere il candidato del centrodestra per le amministrative di Roma”.
Cos’ha sbagliato il M5S in questi anni?
“Il movimento è cresciuto tantissimi negli ultimi tempi gridando che i politici erano tutti criminali e che la classe dirigente andava spazzata via ma poi, una volta saliti al potere, i grillini hanno fallito la prova dei fatti. In molti casi sono addirittura diventati peggio di chi dicevano di combattere, sconfessando una serie di battaglie storiche e con un attaccamento alla poltrona incredibile. Se a questo ci uniamo, come nel caso di Roma, una totale mancanza di risultati, si spiega facilmente l’emorragia di consensi che sta investendo i pentastellati”.
Cosa ne pensa dell’alleanza col Partito Democratico?
“Devo dire che dopo un decennio di battaglie per contrastare il Partito Democratico non mi sarei mai aspettato un’alleanza con i democratici per formare il Governo. Questo per me sarà il colpo di grazia per il movimento. Già all’interno del precedente governo zoppicavano con provvedimenti fumosi ed erano palesemente a ricasco della Lega che ha portato a casa i risultati migliori. Ora che si sono alleati con il “partito dei mafiosi”, come loro stessi lo chiamavano, con il “partito di Bibbiano”, credo davvero che riceveranno il colpo di grazia dagli elettori”.
Fare il sindaco di Roma non è stato e non sarà semplice per nessuno. Che ricette dovrà presentare la Lega di Salvini per vincere la partita?
“Se andiamo a vedere la storia di Roma è chiaro che hanno fallito tutte le forze politiche, per questo la Lega rappresenta davvero una novità e allo stesso tempo un’occasione per la Capitale. Non possiamo negare che la tradizione della Lega è una tradizione di buoni amministratori, ha una storia politica sul territorio ormai ventennale con tanti esempi di buon governo che potrebbero essere un modello anche per una città come Roma”.
Il centrodestra sarà capace di andare unito alle prossime amministrative?
“Le trattative per formare una nuova coalizione competono ai dirigenti locali ma io guardo con ottimismo alla nascita di un centrodestra unito perché le ultime competizioni elettorali (soprattutto a livello regionale) ci hanno dimostrato che questo è possibile, e soprattutto che uniti si vince. Credo che la Lega possa essere trainante anche rispetto alle altre forza politiche del centrodestra”.
Non è che Roma , come è successo ai Cinque Stelle, più che un’occasione diventa un clamoroso autogol?
“Questo non può essere un motivo per tirarsi indietro, anzi, è motivo di sfida per la Lega che può riuscire dove tutti hanno fallito”.
Lei è stato sindaco di Pomezia. La città vive una profonda crisi industriale che riguarda tutto l’hinterland, Capitale compresa.
“È una situazione molto delicata, la crisi del settore deriva da tanti fattori ma anche dall’incapacità delle amministrazioni di Roma e Pomezia di offrire delle prospettive a chi voglia investire in questi territori. A Pomezia, per esempio, il Piano Regolatore è fermo al 1974, e durante il mio mandato era già a buon punto l’iter per un nuovo Piano che tra l’altro prevedeva lo sviluppo del comparto industriale di Santa Palomba che è l’area produttiva di Pomezia ma anche di Roma. Erano previsti una serie di interventi infrastrutturali e di viabilità che avrebbero permesso a nuove imprese e a quelle già esistenti, che sono soprattutto quelle della logistica, di investire ulteriormente: il progetto era quello di far nascere un centro di smistamento ferroviario delle merci, il più grande del centro Italia. Poi l’ossessione per il “no al cemento” di questa amministrazione e la mancanza di una visione ha bloccato tutto e sta bloccando e disorientando le aziende che preferiscono andare altrove o chiudere. Bisogna mettere in campo investimenti su infrastrutture pubbliche e cercare partenariati tra pubblici e privati. E poi, e questo è un tema caro a noi della Lega, bisogna abbassare le tasse per le imprese e per il lavoro, così si consente alle aziende di investire e assumere nuovo personale”
Luca Rossi