L’ambulatorio di veterinaria sociale si trova in viale Regina Margherita ed è gestito dalla LAV. Si tratta di un centro di cura per cani e gatti che vivono in famiglie con fragilità sociali.
A chi è rivolto l’ambulatorio veterinario sociale della LAV
L’ambulatorio offrirà visite, interventi e cure veterinarie gratuite a chi possiede un animale ma non può permettersi le cure.
Il presidio veterinario garantirà agli animali il diritto alla cura: un punto di approdo concreto delle attività che LAV porta avanti da anni in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio per non lasciare soli gli anziani soli e le famiglie in difficoltà che condividono la propria vita con un cane o un gatto.
Il progetto dell’ambulatorio veterinario sociale è portato avanti dalla LAV insieme alla Comunità di Sant’Egidio.
Per accedere all’ambulatorio veterinario è necessario essere beneficiari della Comunità di Sant’Egidio.
Infatti il progetto è il concretizzarsi di 3 anni di lavoro sul territorio con la Comunità.
La collaborazione fra LAV e Comunità di Sant’Egidio è nata durante il lockdown del 2020, per rispondere in maniera concreta alle esigenze vitali di tantissime famiglie: nutrire gli animali, portarli fuori, farli visitare e curare qualora necessario.
La Comunità di Sant’Egidio
La Comunità di Sant’Egidio raccoglie uomini e donne di ogni età e condizione che offrono il loro impegno volontario e gratuito a servizio dei poveri e della pace.
Nata nel 1968 a Roma, con gli anni è divenuta una rete di comunità attiva in più di 70 paesi del mondo, con una particolare attenzione alle periferie e ai periferici.
La Comunità di Sant’Egidio aiuta chiunque si trovi nel bisogno: anziani, senza dimora, migranti, disabili, detenuti, bambini di strada e delle periferie.
Per mettersi in contatto con la comunità a Roma il telefono è: 06 4292929.
Un progetto realizzatosi grazie alla generosità dei soci
Nel primo anno di attività l’ambulatorio di veterinaria sociale si propone di aiutare almeno 400 persone in difficoltà.
La sua realizzazione è stata possibile grazie alla generosità dei soci LAV, con una spesa di impianto pari a 170 mila euro. Il costo stimato per i primi dodici mesi di attività sarà fra gli 80 e i 100mila euro.
Le operazioni di trasporto di cibo, animali e macchinari sono state possibili grazie al furgone messo a disposizione per un anno da Locauto Group, al fianco di LAV dal 2019.
L’ambulatorio veterinario sociale: un segnale di civiltà
Ha presenziato all’inaugurazione l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari, che ha parlato di importante segnale di civiltà:
«Garantire anche agli animali domestici, di persone che vivono in condizioni di fragilità, le cure veterinarie necessarie è un importante segnale di civiltà in aiuto delle famiglie in difficoltà economiche che, per amore dei propri amici a 4 zampe, potrebbero trovarsi nelle condizioni di fare spiacevoli rinunce».
Diritto alla cura e prevenzione del fenomeno degli abbandoni
Il consigliere capitolino delegato alla Tutela Animale per Città Metropolitana Rocco Ferraro si è dichiarato orgoglioso dell’iniziativa della LAV e della Comunità di Sant’Egidio:
«Un intento davvero nobile, che rende orgogliosi e felici tutti noi amanti degli animali. Potrà non solo garantire il diritto di cura per tutti gli amici a quattro zampe ma, allo stesso tempo, potrà prevenire e contenere il fenomeno dell’abbandono degli stessi».
Un progetto che si spera venga preso ad esempio
All’inaugurazione dell’ambulatorio veterinario sociale ha partecipato anche la Garante degli Animali di Roma Capitale, Patrizia Prestipino:
«Trovo sia importantissimo offrire un simile servizio, perché bisogna aiutare chi aiuta gli animali. Il compito del Garante è anche questo, sostenere il benessere degli animali ma anche tutte le cittadine e i cittadini che si prendono cura di loro».
Prestipino ha parlato di buona pratica da prendere a modello anche da parte delle istituzioni e in altre città:
«I miei complimenti al presidente della Lav Gianluca Felicetti e a tutta la Comunità di Sant’Egidio per un progetto che speriamo sia solo il primo di tanti, a Roma come in altre città».
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