Intervista ad Alessio D’Amato, assessore Sanità Lazio
Categorie professionali e associazioni cittadine auspicano e chiedono un servizio sanitario regionale realmente più efficace ed efficiente, e una rete territoriale certamente più appropriata alla tutela del diritto alla salute. Del presente e del futuro del Servizio sanitario regionale ne abbiamo parlato con Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità e alla Integrazione Socio-sanitaria.
Sono stati segnalati affollamenti e attese nei pronto soccorso di Roma e del Lazio. Che succede?
“Sopratutto quando ci sono giornate di festività, come accaduto in occasione del 25 aprile, la macchina purtroppo può rallentare e questo può generare maggiori attese. Si è creata una sorta di collo di bottiglia, ma dopo un paio di giorni la questione è stata risolta”.
A suo giudizio come è cambiata la situazione nei pronto soccorso da quando siete al governo della Regione Lazio? Le cose adesso vanno meglio rispetto al passato?
“A mio giudizio c’è stato un sensibile miglioramento, però bisogna lavorare ancora di più. Tenete conto che nel frattempo è stato aperto un nuovo presidio di pronto soccorso nella rete dell’emergenza, che è quello del policlinico Campus biomedico, per cui abbiamo un ps ulteriore. Più in generale, ripeto, è necessario lavorare di più. Ancora oggi i 2/3 delle persone che si recano in ps in realtà sono codici verdi, per cui non avrebbero l’esigenza di andare in una struttura di emergenza. In questo senso, quando avremo – a breve – anche una rete territoriale legata a case e ospedali di comunità, sicuramente ci sarà una gestione più appropriata pure dei pronto soccorso”.
A proposito di case e ospedali di comunità, queste sono legate sopratutto ai fondi del Pnrr: in che tempi verranno realizzate queste strutture?
“I vincoli dell’Europa ci impongono di realizzare questi presidi entro un paio di anni, ma alcune realtà potrebbero essere completate anche prima: se ci sono nuove edificazioni chiaramente ci saranno determinati tempi, mentre se ci sono ristrutturazioni ne avremo degli altri. Vorrei ricordare inoltre che siamo la prima regione a bandire le gare per l’acquisto delle grandi macchine, un rinnovamento della tecnologia che sarà molto utile per il nostro sistema sanitario”.
In questi ultimi due anni, se da una parte l’impegno della Regione Lazio è stato massimo a contrasto dell’emergenza pandemica, dall’altra ci hanno rimesso le prestazioni e le cure no-Covid. Le cose ora stanno migliorando?
“Sì, la situazione sta migliorando. Peraltro da un paio di settimane è attiva una nuova modalità di prenotazione, anche attraverso app, per 14 visite specialistiche e a breve verranno applicate anche alla diagnostica dell’immagine e agli screening: devo dire che, delle prime duemila prenotazioni delle visite con questa nuova procedura, il 98 percento è rientrato nei tempi definiti a livello nazionale per il governo delle liste di attesa. Un numero significativo e importante: questo vuol dire che, se spingiamo sulla digitalizzazione, ci sono benefici anche in termini di liste di attesa”.