Assessore, la crisi pandemica ha inflitto un duro colpo al settore culturale romano. Quali sono i progetti dell’amministrazione per il suo rilancio?
“La Cultura e il Turismo sono stati nel loro insieme tra i settori più colpiti in questi ultimi due anni dai contraccolpi della pandemia del Covid-19 e i ristori concessi hanno potuto solo in parte compensare le loro gravi difficoltà. Perciò credo che le politiche culturali di questa amministrazione debbano concentrarsi sulle esigenze del settore dello spettacolo dal vivo e degli spazi di produzione culturale, come i cinema e i teatri. Da questo punto di vista il bando per l’Estate Romana cui stiamo già lavorando è un primo segnale concreto della nostra attenzione per favorirne il rilancio. Altro fronte sul quale ci siamo già attivati è quello della sburocratizzazione e della semplificazione delle procedure e degli adempimenti necessari per poter organizzare eventi e manifestazioni culturali. Vogliamo che “fare cultura” nella nostra città sia più facile e più accessibile a tutti”. Nell’ultima sessione di bilancio sono stati effettuati nuovi stanziamenti per la cultura.
50 milioni per 10 nuove biblioteche, in centro e periferia. Le vecchie verranno ristrutturate

Quali progetti vuole realizzare la nuova amministrazione con le risorse aggiuntive?
“Sono contento che il lavoro di questi primi mesi ci abbia portato a raddoppiare le risorse stanziate per l’Estate Romana che, oltre a essere ormai un appuntamento “classico” di Roma, può rappresentare un momento di rilancio della vitalità culturale della città e della sua socialità. Le risorse stanziate nel Bilancio ci permetteranno poi anche di organizzare, a partire dal prossimo mese di marzo le celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, con un ricco programma di incontri, mostre, dibattiti e proiezioni di film che coinvolgeranno la città nel suo insieme. Dal punto di vista strutturale e di lungo periodo questa amministrazione sta mettendo a punto un importante piano di potenziamento della rete di Biblioteche di Roma Capitale, che è stato oggetto di una memoria di Giunta approvata giovedì scorso. Il programma prevede, grazie ai fondi del Piano nazionale di Ripartenza e Resilienza, l’ampliamento della rete di biblioteche, aprendone una decina di nuove, anche recuperando edifici e aree pubbliche degradate o non utilizzate. E la ristrutturazione di quelle già esistenti, migliorandone le infrastrutture energetiche, tecnologiche e digitali e aumentando notevolmente i servizi che offrono. L’obiettivo è farne dei centri culturali polivalenti, aperti con orari estesi e dotati di spazi liberi di incontro e sperimentazione, degli ‘hub di riduzione delle disuguaglianze sociali’, in sostanza, dove tutti si possano ritrovare e sentire a casa. Al centro di questo progetto, sul quale contiamo di investire complessivamente 50 milioni di euro, ci sono i giovani, ai quali saranno prioritariamente destinati nuovi servizi: dagli sportelli di assistenza legale o psicologica ai corsi di formazione, dagli spazi di studio aperti anche la notte a quelli destinati all’espressione artistica al coworking”.
I teatri di cintura di Roma, operano oggi sotto la gestione del Teatro di Roma. L’amministrazione confermerà questo modello di guida?
“Ho avuto degli incontri con i responsabili dei teatri di cintura, una realtà viva e importante. Come è noto il Teatro di Roma è impegnato con il nuovo Commissario Gianluca Sole in un delicato passaggio di ridefinizione della governance verso l’istituzione di una fondazione. Ci confronteremo con loro e decideremo insieme cosa fare nel nuovo quadro che stiamo definendo”.
I bandi per l’estate romana hanno oggi una durata triennale. Confermerà questo tipo di programmazione per la storica manifestazione della capitale o la cambierà?
“La triennalità dei bandi sicuramente una cosa positiva perché ha due elementi positivi: da una parte garantisce alle associazioni vincitrici di bando una stabilità molto importante per uno svolgimento sereno della loro attività. Dall’altra dà all’amministrazione una possibilità ottimale per organizzare e comunicare le iniziative che promuove. Riteniamo che sia importante anche dare attenzione a tutto ciò che di nuovo appare sulla scena culturale cittadina senza che un meccanismo troppo rigido impedisca alle nostre manifestazioni di essere in linea con il panorama culturale. Abbiamo quindi deciso, per quest’anno ma anche in futuro, di affiancare alla modalità di messa a bando triennale anche dei bandi, “integrativi” annuali, che ci consentano di intercettare il meglio di ciò che si manifesta anno per anno. Per quest’anno abbiamo previsto un ingente investimento. E spero che si favoriranno dei processi di integrazione e di alleanza tra le diverse associazioni che parteciperanno al bando affinché aumentino il loro peso specifico, capacità organizzativa e qualità della proposta culturale”. Negli ultimi anni Roma è diventata la città dei murales.
Stiamo già lavorando per l’Estate romana con bandi triennali e anche annuali
Lei tutelerà la libertà di espressione degli artisti nella capitale, anche se politicamente scorretta?
“Come in molte altre grandi città europee, abbiamo constatato in questi anni che l’arte urbana non è solo uno strumento di riqualificazione del patrimonio edilizio cittadino ma anche un mezzo per contribuire a sottrarre intere aree urbane al degrado, oltre che per attrarre il turismo (penso ai tour guidati che vengono fatti per vedere i murales di Tor Marancia, per esempio). Quello che forse è mancato a questa città è un rapporto organico con questo tipo di arte e quello che possiamo fare è trovare un modo di intervenire per rendere più omogenei gli interventi in questo ambito. Va da sé che non abbiamo nessuna intenzione di intervenire sulle scelte artistiche degli artisti, a patto che esse non violino il Codice Penale, perché ciò ci obbligherebbe a intervenire. Per ora quello che abbiamo fatto, grazie all’intervento della presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, è stato di prontamente restaurare un murales dell’artista Paolo “Gojo” Colasanti che riportava i volti dei giudici Falcone e Borsellino e che era stato vandalizzato da ignoti.
Nella città ci sono una serie di progetti fermi. Come, ad esempio, il museo della scienza. L’amministrazione proverà a portarli avanti?
“Abbiamo molti progetti di interventi da realizzare o completare. Vogliamo portare avanti l’azione di integrazione della fruizione tra gli spazi museali e le aree archeologiche di Roma Capitale e quelli dello Stato. Procedere con il progetto del Museo della Scienza, e quello di Roma. Per quanto riguarda il primo, abbiamo un’idea precisa di quale sarà il comitato scientifico che raccoglierà i soggetti istituzionali interessati al progetto. Abbiamo anche un’idea precisa di dove lo faremo, nelle ex caserme di via Guido Reni per contribuire alla ulteriore valorizzazione di quella parte della città. Di concerto con gli altri assessorati competenti procederemo a breve alla definizione di un cronoprogramma preciso. Per quanto riguarda il Museo di Roma, stiamo lavorando alla progettazione di un museo che racconti in modo chiaro, efficace ed emozionante l’evoluzione storica della città; l’idea è farne una sorta di “porta di accesso” ai musei e alle aree archeologiche e artistiche di Roma. Ma c’è anche dell’altro: penso alla riqualificazione delle Mura Aureliane, per le quali intendiamo riprendere i lavori che sono stati interrotti dalle precedenti amministrazioni o all’ex Mattatoio: vogliamo dare una svolta all’organizzazione dell’area, portando finalmente a compimento il progetto di “Polo delle Arti”, composto dal Macro, dall’Università di Roma Tre e dall’Accademia delle Belle Arti, con il completamento dell’adeguamento degli spazi esterni e dei padiglioni ancora inutilizzati, dando vita a una modalità di gestione coordinata tra tutti questi attori”.