Molte lacune nella gestione della crisi: mascherine piccole e costose e regole nebulose
Dallo scorso 7 febbraio il Governo ha cambiato di nuovo le regole per gestire i contagi nelle scuole, disincentivare la didattica a distanza e favorire il ritorno in classe in presenza. E tra mascherine che non ci sono, tamponi gratuiti difficili da prenotare, classi miste tra Dad e presenza, supplenti che non si trovano e la nuova distinzione tra studenti vaccinati e non vaccinati, per i dirigenti scolastici la situazione è una continua emergenza da gestire. Ne abbiamo parlato con Cristina Costarelli, Presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio e dirigente scolastico del Liceo Newton di Roma.
Il Governo ha scelto di alleggerire restrizioni e limitazioni, per favorire al massimo la didattica in presenza, nonostante le difficoltà che ricadono su chi gestisce le scuole. È d’accordo con questa linea?
“È una linea corretta, da sempre abbiamo sostenuto la didattica in presenza, anche se abbiamo alcune perplessità sulle ultime norme circa la scuola per l’infanzia e primaria, in cui si stabilisce la presenza di tutta la classe senza le mascherina FFP2 fino a 4 contagi, mentre le forme di sorveglianza scattano solo con 5 contagiati; pensiamo che questo possa favorire i contagi, ma non siamo addetti ai lavori rispetto alle misure mediche, quindi ci affidiamo alla bontà delle decisioni del CTS”.
La pandemia ha costretto ognuno di noi a continui adattamenti. Negli ultimi mesi, questo continuo cambio di restrizioni, che effetto ha avuto e sta avendo nelle scuole di Roma e del Lazio?
“Una grande complessità. Il primo effetto negativo è rispetto agli esiti didattici: gli alunni di tutte le età, già dallo scorso gennaio quando c’è stato il boom, poiché non si ha una didattica efficace, tra classi in Dad, classi miste, in autosorveglianza, classi con pochi alunni a scuola e tanti a casa, a cui ora si aggiunge questa differenza tra vaccinati e non, che crea una disparità didattica, mentre l’organizzazione è veramente arrivata al limite. Lo scorso weekend, sia sabato che domenica abbiamo dovuto comunicare il cambio di disposizioni in seguito al decreto legge approvato, che da lunedì 7 è diventato attuativo. Siamo al quarto cambio di disposizioni da settembre, siamo veramente al limite del sostenibile”.
Facciamo l’esempio del suo istituto, il Liceo Newton. Che situazione ha registrato?
“Rispetto a due settimane fa, senza dubbio il numero di positività è in calo, anche se sono ancora tante, perché su 46 classi, almeno 35 fanno didattica mista. A queste misure in continua evoluzione, si aggiunge l’assenza dei docenti che fatichiamo a sostituire perché la positività sui vaccinati genera assenze di pochi giorni, visto che sono stati ridotti i tempi di sorveglianza a 5 giorni, in cui non riusciamo a trovare soluzione. Gli studenti, soprattutto i più piccoli, sono veramente disorientati”.
È lecito pensare, che nonostante gli sforzi di docenti e alunni, questa situazione abbia creato delle lacune nell’apprendimento?
“Purtroppo si. Infatti negli ultimi due anni stiamo puntando l’attenzione sulla qualità e non sulla quantità, proprio perché non possiamo garantire lo stesso livello di apprendimento; la scuola sta cercando di spostare l’attenzione sui nuclei fondamentali delle discipline, sul metodo di studio e sulle strumentalità che permetteranno loro di acquisire quelle conoscenze che in questi due anni, per necessità, sono mancate”.
Queste nuove regole distinguono anche tra gli studenti in età vaccinabile, tra chi è vaccinato e chi non. Può creare disparità tra studenti?
“Le disparità ci sono, soprattutto perché sono scelte che fanno i loro genitori, ma evidentemente si ritiene che il diritto alla salute sia prioritario rispetto alla parità del diritto all’istruzione e richiede una gestione molto attenta da parte dei docenti, in primis nella spiegazione e poi nella percezione di eventuali accenni a situazioni relazionali difficili tra i ragazzi”.
A Roma la situazione dei tamponi gratuiti e mascherine distribuite è migliorata, rispetto al periodo natalizio in cui si registravano problemi diffusi?
“Le mascherine stanno arrivando anche se non sono adeguate, cioè non sono vestibili perché sono piccole rispetto agli studenti delle scuole superiori, i ragazzi non riescono a portarle perché tirano dietro alle orecchie. Inoltre non riusciamo a venire a capo di un’altra situazione, relativa al decreto legge del 27 gennaio che ha stanziato dei fondi per la sorveglianza per quelle classi che hanno dei casi positivi, con un accordo con le farmacie che hanno aderito al protocollo del ministero. Ma dobbiamo acquistare FFP2 a 0,75 centesimi l’una, mentre possiamo acquistarle a 25 centesimi da fornitori diretti. Siamo costretti a spendere tre volte di più, in base all’ultimo decreto. Siamo in attesa di chiarimenti”.
Il trend delle famiglie, per esigenze di lavoro, è di scegliere la formula del tempo pieno, che in alcuni nidi, il sindaco Gualtieri ha scelto di estendere fino alle 18. Com’è la situazione dell’organico?
“Ancora non abbiamo notizie sull’organico del prossimo anno scolastico perché le iscrizioni si sono chiuse pochi giorni fa, ma entro marzo dovremmo avere il quadro più delineato e trasmettere gli organici, così per aprile sapremo qualcosa di più sul prossimo anno. Vogliamo sperare che questa misura del tempo pieno siano effettive, perché è un’esigenza evidente delle famiglie”.