Vicepresidente Leodori, parliamo prima di tutto dell’emergenza Covid, a che punto siamo?
“Ancora non possiamo dire di essere fuori dalla pandemia, ma oggi non siamo più nelle condizioni del marzo 2020, conosciamo meglio il virus e siamo più pronti: il 90% degli italiani (con più di 12 anni) ha ricevuto almeno una dose. Certo il Covid-19 e la nuova variante Omicron continuano a fare paura. In questi due anni come Regione Lazio abbiamo fatto la nostra parte per affrontare l’emergenza che avevamo di fronte, e come sempre siamo riusciti a dare risposte concrete, guidati da un altissimo senso di responsabilità. Fino ad oggi abbiamo investito oltre 500 milioni di euro per aiutare le imprese maggiormente colpite, le partite Iva, i lavoratori della cultura e dello spettacolo, le palestre e le discoteche. Resta allarmante la situazione di crisi che sta attraversando tutto il settore turistico, ci sono circa 500 mila famiglie e posti di lavoro a cui dobbiamo dare il nostro sostegno. Così come abbiamo fatto fino ad oggi, con quasi 40 milioni di euro per misure dirette a supporto di tutto il comparto, continueremo anche in futuro con azioni capaci di stimolare la ripresa della filiera e sostenere tutti gli operatori del settore. È nostro compito non abbassare la guardia e continuare a difendere imprese e posti di lavoro”.
La variante Omicron sembra meno “aggressiva”, il Sudafrica, dov’è nata, forse ne è la dimostrazione. Secondo lei è il momento di cominciare a pensare di trattare il Covid in maniera diversa?
“Non possiamo sottovalutare il rischio di nuove varianti, anche a causa della facilità di diffusione proprio di Omicron, che sicuramente non è una semplice influenza. Oggi però sappiamo come comportarci e molti di noi hanno introiettato le fondamentali regole sociali per contenere la diffusione del virus. Come già dicono in molti, credo si possa pensare di valutare per i vaccinati con la terza dose uno snellimento delle procedure e una riduzione dei giorni di quarantena. Ma queste decisioni spettano ad altri”.
Economia? 10 miliardi di fondi sono una opportunità unica. Dobbiamo ascoltare tutti
Fronte economico, il Lazio riceverà parecchi miliardi di fondi in questi anni, quali sono i settori su cui puntare per la ripresa?
“Il nostro obiettivo è tornare a far correre il Lazio, in Italia e in Europa, rendendo la nostra Regione sempre più attrattiva e competitiva anche e soprattutto a livello internazionale. E se già guardiamo avanti con un orizzonte temporale che punta dritto al 2030, l’approccio programmatico è quello della concertazione e condivisione con tutti i protagonisti dei diversi settori e l’ascolto dei cittadini e delle associazioni. Abbiamo di fronte a noi un’opportunità immensa e irripetibile, che quindi non può essere sprecata: oltre 10 miliardi tra fondi europei e PNRR per costruire un nuovo modello di sviluppo capace di far fare un balzo in avanti a tutti i settori chiave della nostra economia: innovazione, ricerca, trasferimento tecnologico, transizione ecologica, sostenibilità e resilienza, turismo, trasporti e mobilità, infrastrutture e logistica. In questi anni abbiamo pianificato con attenzione e lungimiranza gli investimenti, ponendo basi solide in ogni comparto della nostra economia, senza dimenticare mai le fasce della popolazione che vivono in condizioni di disagio economico e sociale. A loro dobbiamo qualcosa di più. La ripartenza, infatti, dovrà seguire due punti che per me sono fondamentali: la sostenibilità ambientale e la riduzione delle diseguaglianze che la pandemia ha contribuito ad aumentare”.
Negli anni scorsi c’è stato sicuramente un problema di comunicazione con il Comune di Roma, oggi sul tavolo ci sono grandi questioni che andrebbero risolte insieme, il tema dei rifiuti su tutti.
“Che la situazione lungo le strade di Roma sia migliorata è evidente a tutti, questo però non vuol dire che il lavoro sia finito, sia chiaro. C’è ancora tanto da fare. Sulla questione rifiuti, e non solo, con la nuova amministrazione comunale abbiamo istaurato immediatamente un rapporto di grande collaborazione al fine di risolvere i problemi. C’è un filo diretto che lega Regione Lazio e Comune di Roma. Sono convinto che ognuno farà la sua parte e che riusciremo a risolvere le difficoltà attuali, senza le sbavature del passato. Questo perché la polemica non è mai una soluzione, ma un ulteriore problema”.

Sulle modalità di scelta del prossimo candidato del centrosinistra a Governatore del Lazio lei ha le idee chiare?
“Penso che il metodo migliore per individuare il prossimo candidato del centrosinistra a Governatore del Lazio sia quello delle primarie. Sono anni che il Partito Democratico adotta questo strumento per chiamare a raccolta tutta una comunità che crede nella democrazia e nella partecipazione, e che viene fatto ovunque, esattamente come è successo per la scelta del candidato Sindaco di Roma. E con un ottimo risultato aggiungerei”.
Scendere in campo come candidato? Penso solo a lavorare bene per i cittadini…
Anche a livello regionale c’è bisogno di tessere alleanze con tutti, come a livello nazionale, per superare questa emergenza?
“La Regione Lazio è stata il primo laboratorio dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle. In Giunta ci sono due bravissime assessore al Turismo e alla Transazione Ecologica con cui stiamo portando avanti un lavoro intenso e proficuo nell’interesse di tutta la comunità. Le alleanze non sono utili solo in una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo, ma ci rendono più competitivi e incisivi a tutti a livelli, amministrativo e politico. E se vogliamo continuare a vincere anche in futuro sono e saranno determinanti”.
Qual è il profilo del prossimo presidente del Lazio? Leodori, se glielo chiedessero, potrebbe scendere in campo?
“Nel Lazio si voterà tra un anno. Ogni discorso sul possibile candidato oggi non ha alcun senso. Intanto pensiamo a lavorare. E a lavorare anche bene. Questo lo dobbiamo ai cittadini”.