LA RACCOLTA FONDI – “Al momento abbiamo raccolto circa 15mila euro – racconta al Caffè Maria Elena Carosella, una delle attiviste – grazie alla generosità di tante persone. Fra le ultime donazioni, mi piace ricordare quella fatta dai nonni di una bambina nata da pochi giorni, che hanno pensato bene di dedicare alla piccola la cura di un pino”. E continua: “A Villa Pamphilj sono mille i pini complessivi che hanno bisogno di cure. Abbiamo deciso di intervenire subito su quelli che stavano morendo. Ma il problema è molto grave, e richiede la massima urgenza”.
L’ENDOTERAPIA PER SALVARE I PINI – Le fa eco il Presidente dell’Associazione, Francesco Granese: “La cura che abbiamo intrapreso è quella dell’endoterapia, che è stata già sperimentata in altre città, come con i pini del parco della Reggia di Caserta”. In cosa consiste è presto detto: “L’intervento – spiega – consiste nel fare un piccolo buco nell’albero, e pompare una sostanza che contiene una serie di elementi da un lato nutritivi e dall’altro utili a far morire l’infezione. Ma la cura delle piante in generale dovrebbe essere molto più massiccia. A partire anche dall’irrorazione che aiuta a prolungare la vita dell’albero, anche se attaccato”. E rilancia: “Il problema vero è che l’albero viene vissuto per lo più quasi come un orpello fastidioso, che si può trasformare anche in pericolo”. L’invito che arriva dagli Amici di Villa Pamphilj è quello di interrogarsi su quale sia il progetto di verde della Capitale per affrontare anche in futuro, in maniera sistematica, la cura degli alberi. La Regione fa sapere, tramite un post su Facebook pubblicato il 14 settembre scorso, che “l’Amministrazione capitolina ha investito, per ora, 1 milione e 200 mila euro per il contrasto alla cocciniglia mentre gli ulteriori 500 mila euro offerti dalla Regione, ente competente in materia di contrasto al parassita, non sono ancora arrivati. Per utilizzarli occorre espletare le procedure amministrative che li renderanno spendibili, ammesso che arrivino, solo nel 2022”.
LA RICHIESTA DI UNA CABINA DI REGIA – Sul punto, Francesca Marranghello, del Comitato Villa Glori e attivista di Italia Nostra, lancia il suo affondo: “500mila euro della Regione sono una miseria rispetto alla dimensione del problema, che richiederebbe invece 20 o 30 milioni di euro. Occorre una cabina di regia con agronomi e forestali che possano controllare e intervenire direttamente. E sanzionare davvero lì dove necessario”. E aggiunge: “Quello che ha fatto il Comune è più che altro abbattere e potare, e le potature sono dannosissime perché abbassano le difese immunitarie della pianta che poi non reagisce alla toumeyella, questo terribile parassita caratterizzato da una crescita esponenziale. Basti pensare che da una coppia di cocciniglia in un anno si può arrivare a 7 milioni di esemplari”. Peraltro, i costi dell’endoterapia per un intervento tempestivo, fa sapere la Marranghello, sono molto più bassi di quelli dell’abbattimento: “Considerando che l’abbattimento di un pino gira intorno ai mille euro – dice – l’endoterapia viene fatta anche a 70 o 80 euro”. Intanto, anche il Comitato Villa Glori ha lanciato una raccolta fondi: “Gli agronomi mi hanno detto che se non interveniamo subito, nel giro di poche settimane perdiamo tutta la Villa”.