IL RISPETTO PER L’AMBIENTE ALLA BASE DELL’INIZIATIVA – Queste le parole con cui il ministro Lorenzo Guerini ha comunicato l’importante piano: “Innovazione e rispetto dell’ambiente sono priorità per la Difesa come lo sono per la collettività nazionale. In quest’ottica ho chiesto la realizzazione di un piano di diagnosi energetiche e il rinnovamento delle infrastrutture della Difesa secondo il modello degli smart military district”. Guerini ha poi aggiunto che “grazie a questa iniziativa le Forze Armate potranno intraprendere ulteriori progetti rivolti al risparmio energetico, alla razionalizzazione dei consumi e allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili”. Quanto ai dettagli concreti, la nota pubblicata sul sito del Ministero della Difesa chiarisce che la struttura individuata avrà “elevate capacità di resilienza energetica” ottenute grazie alla produzione e approvvigionamento da fonti sostenibili, con conseguente significativa riduzione dell’impatto ambientale. Il tutto senza trascurare la sicurezza e “il mantenimento della capacità e della prontezza operativa dello strumento militare”.
GLI SCOPI DEL PROGETTO – Gli scopi del progetto, al quale ha collaborato anche l’Università di Roma La Sapienza, sono quelli di implementare al massimo grado il ricorso all’autoconsumo di energia prodotta, come detto, da fonti rinnovabili e insieme di “gestire i flussi energetici in tempo reale su rete sicura, impiegando tecnologie innovative, intelligenza artificiale” e vari strumenti di automazione ed analisi, come appunto l’AI e l’Internet of Things (IoT).
LO SMART MILITARY DISTRICT SARA’ REPLICABILE IN ALTRI TERRITORI – L’idea dello “smart military district”, dice ancora il ministero della Difesa, sarà replicata “in altri comprensori militari sul territorio nazionale, che saranno interconnessi tra loro per diventare il manifesto tecnologico dell’impegno green assunto dalla Difesa per assicurare lo sviluppo dei principi di tutela ambientale e di efficienza energetica all’interno di programmi infrastrutturali e di ammodernamento già avviati” come quelli di “Caserme Verdi”, “Aeroporti Azzurri” e “Basi Blu”. Iniziato, quanto al cammino procedurale, nel 2017, il piano – che ha visto anche la firma di uno specifico accordo con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) – verrà portato avanti da un gruppo di lavoro appositamente individuato (Project Implementation Unit), che sarà affiancato dal II Reparto Genio dell’Aeronautica Militare per quanto riguarda le attività tecnico-amministrative.
LE CASERME COINVOLTE – Per ora riguarderà soltanto il citato complesso militare di Castro Pretorio, comprendente le strutture di Palazzo Aeronautica, le caserme “Romagnoli”, Macao, Pio IX e l’insediamento di via Marsala. Ma non è escluso – anzi, è previsto – che lo stesso, una volta realizzato ed entrato a regime, possa fare in seguito da riferimento per altre aree non solo gestite dalla Difesa ma anche dalla Pubblica Amministrazione in generale, contribuendo e collaborando, sotto diversi importanti aspetti (tra essi le sfide relative all’inquinamento dell’aria, ad una mobilità sostenibile, alla connettività affidabile e diffusa) alla realizzazione, auspicata e auspicabile, di una idea di Smart City pienamente inserita nel tessuto urbano e nel contesto cittadino della Capitale.