CHE FINE HA FATTO LA DELIBERA? – Dopo aver trattenuto a sé il campo e averlo tolto al I Municipio, diversamente da quanto annunciato precedentemente, Palazzo Senatorio aveva reso pubblica la volontà di approvare una delibera che lo desse in concessione ai privati. Nonostante fosse già pronto un progetto del Municipio, finanziato dalla Regione, che avrebbe affidato la gestione dell’azienda regionale Asp Asilo Savoia, nota per la palestra della legalità di Ostia e per la rinascita del Montespaccato Savoia Calcio, strappato al clan Gambacurta e lanciato in serie D. L’Assemblea Capitolina aveva però ritenuto opportuno mantenere una competenza di Campo Testaccio di tipo dipartimentale “visto il valore storico dell’impianto e la volontà cittadina sempre espressa in questi anni – ha spiegato Diario, aggiungendo che – diverse realtà imprenditoriali hanno manifestato la volontà di investire sullo storico impianto sportivo”. Della delibera, però, non si è più saputo nulla. E quindi anche quest’altra strada che il Comune sembrava intenzionato a percorrere rimane al momento non battuta. Il risultato è che l’area è sempre più un luogo abbandonato.
INFURIATO IL I MUNICIPIO – “Ho solo una parola, ‘scandaloso’, per definire il triste e paradossale epilogo di Campo Testaccio – dichiara al Caffè la minisindaca Sabrina Alfonsi – avevamo proposto al Campidoglio una soluzione che avrebbe permesso di mantenere la gestione pubblica e condivisa di questo meraviglioso spazio. Inevitabilmente per l’inadeguatezza delle scelte del Campidoglio finirà invece per restare inutilizzato, pieno di erbacce, in rovina. Non sono nemmeno riusciti a votare la delibera per riprenderlo in carico, dopo aver impedito in ogni modo la consegna dovuta al I Municipio, così come previsto dall’attuale e vigente delibera. Che tristezza per la città, ripiombare nell’ormai noto “immobilismo a 5 stelle”, dopo aver avuto per un attimo la possibilità di riappropriarsi e godere di un spazio pubblico così importante per Roma e per lo sport”.
IL NUOVO PROGETTO TARGATO AS ROMA – A scaldare ulteriormente gli animi di tifosi e residenti, la notizia diffusa in questi giorni sulla stampa secondo la quale sarebbe pronto, ma perso nei meandri del Campidoglio, un ulteriore progetto, questa volta direttamente del club giallorosso, che avrebbe proposto di investire 14 milioni per la prima storica casa della Roma, realizzando uno stadio da 4mila spettatori per le giovanili, la Roma femminile, i ragazzi e le scuole del rione. Il piano prevederebbe anche parcheggi, un museo della squadra e uno store ufficiale. Ma anche di questo piano, che sarebbe stato presentato lo scorso maggio, non si è saputo più nulla. E sia Diario che l’assessore allo Sport Daniele Frongia hanno negato che fosse all’attenzione del Campidoglio alcun progetto giallorosso.
IL RISCHIO DI PERDERE UN PEZZO DI STORIA – Campo Testaccio è stato teatro di 161 gare di campionato dell’AS Roma, che ne vinse 103. La storia è durata fino al 21 ottobre 1940, anno in cui lo stadio fu demolito. Venne poi riaperto nel 2000 da Rutelli e fu inserito nei Pup, con la promessa che il campo sarebbe stato mantenuto. Nel 2012 lo stop. A cavallo del 2017 il passaggio dal Dipartimento Mobilità a quello dedicato allo sport. Ad aprile 2019 la delibera 30 del consiglio comunale assegna la competenza dell’area al Municipio I che avvia, con 4 associazioni del territorio, il percorso per un progetto partecipato con il sostegno economica della Regione. A luglio 2020, il Comune riprende la competenza. Dopo anni di oblio, le intenzioni dichiarate di riqualificare Campo Testaccio avevano restituito la speranza che lo storico impianto della Roma rinascesse agli abitanti del quartiere e agli sportivi. Tutti uniti, a prescindere dalla fede calcistica. L’auspicio è che anche la politica inizi a fare il tifo per la riapertura. Unita. E a prescindere dal colore.