LA VICENDA – Subito dopo la chiusura viene imposto il limite di 30 Km/h per i treni in transito, mentre l’analisi dei danni resta ferma a causa della burocrazia e della convergenza di competenze. Su questo piccolo ponte si alternano infatti il Municipio VIII, Roma Capitale, l’ATAC (per la Metro B) e la Regione Lazio (per la Linea Roma Lido). Una complicazione non indifferente, soprattutto per capire chi avrebbe dovuto staccare l’assegno per i lavori, stimati in circa 1,5 milioni di euro. Il superamento di questa impasse non è stato facile, così la decisione della Regione di affidare direttamente ad Atac le indagini preliminari è arrivata solo nell’aprile del 2018. Dopo questi studi si è accertata la necessità di abbattere e ricostruire il ponte, decidendo anche che il costo dell’intervento sarà suddiviso al 50% tra Comune e Regione. Ad ottobre del 2019 è stata finalmente lanciata la gara per la progettazione preliminare (77mila euro), con il progetto presentato a fine marzo 2020. La speranza del Campidoglio, prima dell’emergenza sanitaria, era quella di ottenere il progetto definitivo e l’aggiudicazione dei lavori entro la fine del 2020, per chiudere i cantieri a fine 2021 o al più tardi nel 2022.
GLI ULTIMI SVILUPPI – Una speranza vana, dato che l’intera vicenda si è andata a scontrare con un altro problema burocratico: “I tempi ora dipendono da una risposta che il SIMU dovrà dare sulla proprietà del ponte – afferma il consigliere del M5s, Enrico Lupardini – la Soprintendenza ha chiesto questa informazione, sulla quale non c’è certezza, speriamo in una soluzione rapida”. Una ricostruzione di quanto accaduto è stata fornita anche dall’assessora ai Lavori Pubblici Paola Angelucci, che sottolinea come questa “sia l’ennesima occasione persa per il Campidoglio che avrebbe potuto restituire alla Garbatella, nell’anno del Centenario, perlomeno l’avvio dei cantieri”. Invece tutto rimandato, perché la Soprintendenza con la semplice richiesta di chiarire la proprietà della struttura ha bloccato l’iter. Il ponticello è inserito nella Carta della Qualità e questo passaggio è necessario prima di ottenere il nullaosta del Ministero dei Trasporti con l’USTIF e dell’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria. “È come se fossimo tornati al punto di partenza – seguita Angelucci – possibile non si sia fatta un’indagine patrimoniale?”. Il problema potrebbe stare nel mancato accatastamento di parte della struttura realizzata in due tempi: negli anni ’20 con la Roma-Lido e poi per il passaggio della Metro B. Al netto dei ritardi dovuti all’emergenza sanitaria, senza una risposta chiara sull’effettiva proprietà del ponte, i tempi per la riapertura di via Giulio Rocco rischiano di allungarsi ancora.