È stato prodotto luglio dalla Cristiana Video di Roma, casa di produzione indipendente romana. Scritto e diretto da Sara Binelli, che vive ad Aprilia, il film ha come protagonista una formidabile Beatrice Fazi, attrice molto nota al grande pubblico televisivo come Melina, la cameriera pasticciona di “Un medico in famiglia”, poi conduttrice di “Beati voi” su Tv2000, la rete dei Vescovi italiani. Un’interpretazione davvero d’eccezione, visto che la Fazi vive personalmente un proprio cammino di Fede di cui non fa mistero e che anzi è ormai il segno distintivo della propria espressione anche artistica.
Il film è arrivato a Papa Francesco in persona, che ha poi elogiato pubblicamente Giuliana di Norwich, donna di grande spirito e testimone di un’autentica relazione con Dio, ma pure con le persone del suo tempo. Giuliana, riconosciuta Beata dalla Chiesa cattolica e Santa per quella anglicana, viveva reclusa nella sua cella. Una clausura in cui comunque la donna manifestò grande libertà come fatto innanzitutto interiore, come liberazione dell’anima da ciò che l’appesantisce e la imbriglia. Una reclusa mai chiusa, ma anzi in contatto e profonda relazione con gli uomini e le donne del suo tempo, che a lei si rivolgevano per consigli e conforto.
«L’esperienza di relazione e comunione continua con Dio in Giuliana – spiega la regista Sara Binelli – l’ha portata, come sempre accade in questi casi, ad aprirsi al mondo nella Carità. Quella vera, che sostiene l’altro a credere che Dio è dentro di ognuno di noi. E che tutti, insieme a Cristo, che per Amore ha vissuto la nostra vita e sofferto per noi, possiamo essere felici e realizzati in ogni circostanza e così aiutare gli altri a fare lo stesso. Tutto è, e sarà, bene è il paradosso della Croce. Come ho imparato anche io dalla esperienza concreta di “sviluppo di vita e missione” fatta attraverso il mio coinvolgimento nella pratica missionaria di Italia Solidale (associazione fondata da padre Angelo Benolli in Roma, ndr), che si basa sulla vera antropologia e sulla teologia incarnata nella concretezza della vita. Cosa che una donna del 1300, analfabeta, semplice, reclusa, come ha ricordato Papa Francesco nella sua udienza del 23 marzo 2016. Aveva colto e testimoniato con la sua vita». «Ha scritto parole sublimi sull’Amore di Cristo», afferma il Pontefice.
Già Papa Benedetto XVI aveva sottolineato questa grande figura di donna di Dio. «Dio anche nei tempi di tribolazione, non cessa di suscitare figure come Giuliana di Norwich, per richiamare gli uomini alla pace, all’amore e alla gioia» ha detto il Pontefice emerito, ricordando che nelle sue visioni «fu proprio il Signore che, quindici anni dopo questi avvenimenti straordinari, le svelò il senso di quelle visioni. “Vorresti sapere cosa ha inteso il tuo Signore e conoscere il senso di questa rivelazione? Sappilo bene: amore è ciò che Lui ha inteso. Chi te lo rivela? L’amore. Perché te lo rivela? Per amore… Così imparai che nostro Signore significa amore”». Il libro in cui racconta le sue visioni di Gesù, sottolineava Papa Ratzinger, «contiene un messaggio di ottimismo fondato sulla certezza di essere amati da Dio e di essere protetti dalla sua Provvidenza». Quindi: “Tutto sarà bene”.