SGOMBERO SEMPRE PIÙ VICINO
Al centro il palazzo di via Luco Sestio, ormai prossimo allo sgombero: la municipalizzata dei trasporti di Roma si trova sotto concordato preventivo e il tribunale fallimentare per liquidare i creditori ha deciso da tempo di vendere alcuni beni di Atac, tra cui appunto la palazzina di Cinecittà. Lo sfratto ormai è prossimo e di certo genererà tensioni. Da Lucha si lotta con un presidio permanente. Indetto un crowdfunding le donne di Lucha speravano di spuntare dall’amministrazione il diritto di prelazione sull’immobile. Invece chi siede in Campidoglio si è limitato a trovare una soluzione per le ospiti e a promettere continuità del centro, senza dare per scontato un diritto di prelazione sulla palazzina o per la gestione per non aprire alle regolarizzazioni delle occupazioni, a prescindere dallo scopo. Ogni donna, ogni parte, pare, insomma, avere ragione.
L’ATTACCO ALLA GIUNTA
”Arroganza e mistificazione della realtà, questo le donne di Lucha y Siesta e le operatrici stanno subendo ormai da mesi per mano dell’amministrazione capitolina”, attaccano da Lucha. ”Non è vero che è stata trovata una soluzione per tutte. Delle 14 donne che abitavano a Lucha y Siesta, solo 9 hanno ottenuto appartamenti in cohousing. Appartamenti che in alcuni casi sono stati consegnati privi di mobilio essenziale o senza acqua calda, in un clima di violenza che ha reso un passaggio solitamente positivo e felice un momento drammatico”. Al momento ci sono 5 donne e 3 bambini che ancora abitano nella casa, spiegano. ”Non è inoltre assolutamente vero che c’è un dialogo aperto per proseguire l’esperienza di Lucha y Siesta. Che l’amministrazione capitolina utilizzi le donne per giocare una partita sporca è inaccettabile. Ci rifiutiamo di usare il linguaggio di Raggi e Mammì, espressione di un atteggiamento maltrattante che mira a silenziare la voce delle donne”.
“LA SINDACA RAGGI NON CONOSCE ROMA”
Lucha y Siesta, continuano, ”non è un immobile, è uno spazio femminista liberato 12 anni fa dal degrado e dall’incuria e trasformato in un punto di riferimento sociale e politico. È evidente che la sindaca Raggi non conosce Roma e non ha capito il peso di una realtà come la nostra nel territorio della città e quale prezioso contributo abbia avuto nella lotta alla violenza di genere e all’autodeterminazione delle donne. Lo dimostrano anche le migliaia di persone, attiviste, artiste, politiche, anche a livello internazionale, che si sono mobilitate in questi mesi. Sentiamo la responsabilità di resistere non solo per noi, ma per tutte le donne della città, per tutte le donne del Paese, per tutte le donne del mondo”.
L’AMMINISTRAZIONE PROVA A SALVARE IL SALVABILE
In realtà la sindaca Raggi ha chiesto a tutte le strutture competenti di Roma Capitale di verificare fattibilità ed eventuali modalità per partecipare all’asta giudiziaria finalizzata all’acquisizione dell’immobile di Atac. ”L’obiettivo – riportava un recente dispaccio – è quello di destinare poi l’edificio ad attività come quelle già svolte dall’associazione Lucha Y Siesta. Proseguono inoltre i colloqui tra gli operatori di Roma Capitale e le donne vittime di violenza ospitate, anche insieme ad alcuni bambini, nell’immobile”. Troppo poco però per le attiviste di Lucha, che poi temono di essere scalzate, magari con nuovi bandi. Intanto l’assessora Mammì ritiene di aver trovato una soluzione per tutte le donne. ”Abbiamo individuato una risposta personalizzata”, ha detto, ”in base alle esigenze e alla storia di ogni singola donna ospite a Lucha. Alcune hanno bisogno di un alto livello di protezione per cui abbiamo messo a loro disposizione dei posti in Case Rifugio e nel circuito mamma-bambino”. ”Per le altre, che sono già in una fase avanzata di fuoriuscita dalla violenza, abbiamo dedicato il nuovo servizio di cohousing del Comune che le accompagnerà fino alla piena autonomia. Si tratta di cinque appartamenti per circa centomila euro. Finita la fase dell’emergenza siamo aperti a valutare assieme a Lucha y Siesta la sperimentazione del progetto”.
ASTA FISSATA PER IL 7 APRILE
L’asta per la vendita del palazzo è fissata per il 7 aprile. Anche la Regione punta a proporsi come acquirente. C’è una terza voce, infatti, su Lucha. Ed è sempre di una donna. È quella di Giovanna Pugliese, assessora alle Pari opportunità della Pisana. ”L’indirizzo del Consiglio regionale è chiaro: l’esperienza di Lucha y Siesta non può morire. Come Regione stiamo facendo di tutto affinché questo non accada”, ha commentato così Pugliese la notizia di una visita dei tecnici della Regione ai locali di via Lucio Sestio.