Il giudice Elena Stanizzi ha concesso alle due parti in lite 30 giorni di tempo per sedersi ad un tavolo congiunto e cercare – nei limiti del possibile – di trovare una soluzione condivisa. Da una parte della barricata c’è il comune di Roma trascinato in giudizio dal Gruppo Parnasi/Unicredit, con l’accusa di aver negato il via libera all’avvio della struttura immobiliare. Dall’altra parte la Parsec 6, società riconducibile al Gruppo Parnasi/Unicredit e, forse – la notizia non è stata ancora confermata dal Campidoglio – passata al magnate immobiliare Radovan Vitek, per il tramite di una società i cui soci avrebbero diritto di restare anonimi.
Resterà decisivo, certo, il ruolo della Regione Lazio, che non è stata chiamata in giudizio e che sarà determinante per concedere o meno il via libera al collaudo tecnico-amministartivo di Maximo ed al suo successivo avvio commerciale.
Le opere pubbliche imposte dalla Convezione Urbanistiche del 2009, la stessa che ha permesso al Gruppo Parnasi di realizzare il nuovo centro commerciale, non sono state però ancora realizzate. Una piazza pubblica ampia 15mila metri quadrati e tre piani sottostanti e interrati di parcheggi, per un totale di 2770 posti-auto; la nuova sede del IX Municipio; e un nuovo ponte pedonale di collegamento tra la pizza pubblica e il vicino quartiere del Laurentino 38. Opere da realizzare a scomputo, vale a dire da realizzare al posto di quasi 20 milioni di euro di tasse non pagate al comune di Roma.