La monumentale tela, ben cm 227 x 294, proveniente dal capoluogo veneto, è arrivata a Roma grazie ad un accordo tra la Sovrintendenza Capitolina e le Gallerie dell’Accademia di Venezia: in cambio i Musei Capitolini hanno concesso in prestito alle Gallerie dell’Accademia il dipinto “Il Battesimo di Cristo” di Tiziano.
Si tratta di un evento culturale di grande importanza per Roma, un fatto straordinario, dal momento che in nessun museo pubblico della capitale sono presenti opere di Jacopo Tintoretto, un artista che Giorgio Vasari non esitò a definire: “Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”.
La “Deposizione di Cristo”, capolavoro che appartiene alla maturità di Jacopo Tintoretto, potrà essere ammirata accanto ai dipinti del figlio Domenico, esposti a Roma nella Pinacoteca dei Musei Capitolini. Sarà possibile ammirare la potenza e la modernità del linguaggio pittorico del grande pittore veneziano e apprezzarne l’evoluzione nelle opere del figlio Domenico, che alla morte del padre ne ereditò la bottega e il futuro della sua pittura.
Il progetto espositivo si intitola “La Deposizione di Cristo di Jacopo Tintoretto. Incontro romano di Tintoretto padre con Tintoretto figlio”. È promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è curato da Federica Papi e Claudio Parisi Presicce, organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Il dipinto
Jacopo Robusti nacque a Venezia nel 1519, come risulta dall’atto di morte del 31 maggio 1594 che lo indica di settantacinque anni. Figlio di un tintore di seta (da cui il soprannome di ‘tentor’ poi trasformato nel diminutivo Tintoretto), Jacopo fin da piccolo sperimentò l’uso dei pennelli e dei pigmenti nel laboratorio paterno. Fu apprendista nella bottega di Tiziano (1530), apprendistato che però, stando a un aneddoto tramandato dalle fonti, sarebbe durato solo dieci giorni per via della gelosia sviluppata dal maestro nei confronti del giovane allievo nel quale previde un temibile concorrente.
“La Deposizione di Cristo” nel percorso artistico di Tintoretto si colloca all’apice della sua carriera, quando il pittore ha ormai messo a punto lo stile, la tecnica e la pratica di esecuzione. La grande tela fu presumibilmente eseguita intorno al 1562 per Santa Maria dell’Umiltà alle Zattere, la prima chiesa gesuita di Venezia, soppressa nel 1806 e demolita nel 1821.
Divenuta proprietà demaniale, la tela fu successivamente assegnata all’Accademia di Venezia dove rimase per lo più ignorata dalla critica fino al restauro condotto da Giulio Bono (2008-2009) che ne ha restituito tutta l’alta qualità permettendone la riscoperta e l’ascesa tra i capolavori autografi del pittore.
L’opera raffigura il momento in cui il corpo senza vita di Cristo è stato appena rimosso dalla croce, come alludono la scala e la stessa croce che si intravedono sul fondo, le pinze e il martello usati per rimuovere i chiodi poggiati a terra in basso a destra. Giuseppe d’Arimatea tiene Gesù per le spalle mentre la Madre, che sostiene le gambe del Figlio morto sul suo grembo e che tocca i suoi piedi con la mano sinistra, straziata dal dolore, si sta per accasciare a terra, ma viene sorretta da una pia donna, forse Maria di Cleofa. Sopra di loro, Maria Maddalena chiude il gruppo dei partecipanti allargando le braccia in un gesto di disperazione.
Nella composizione le figure si snodano su due linee parallele che si intersecano solo in basso nella ‘croce’ ideale formata dalla sovrapposizione dei corpi allungati di Cristo e di Maria. Palese è il richiamo alla Pietà di Michelangelo, a ricordarci l’ammirazione costante del maestro veneto per il grande Buonarroti.
Informazioni sull’esposizione della “Deposizione di Cristo”
Luogo: Musei Capitolini – Pinacoteca – Sala III (Sala dei Veneti), Piazza del Campidoglio, 1
Orario: Tutti i giorni 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Quando: dal 7 settembre al 3 dicembre 2023
Ingresso: Si accede con il biglietto d’ingresso al museo – Ingresso gratuito con la Mic Card
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) – www.museicapitolini.org; www.museiincomuneroma.it
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