Una zona di trattamento rifiuti che era stata già protagonista di un altro incendio nel settembre del 2022.
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I Vigili del fuoco sono stati impegnati per tutta la giornata con ben tre squadre di Vigili del fuoco, con il supporto di due autobotti, un’autoscale e il Carro schiuma. Per ulteriore supporto è intervenuto anche un elicottero Drago VF156.
Una densissima colonna nera di fumi non certo salutari, visibile a decine di chilometri di distanza, si è alzata, appestando l’aria di una vastissima zona di Roma sud e dei Castelli romani.
L’incendio della EcoX non ci ha insegnato nulla
Sembra incredibile, comunque, che a distanza di meno di un anno lo stesso sito abbia generato un nuovo incendio. Ci si chiede se dalle fiamme dello scorso settembre negli impianti si sia operato in modo corretto per evitare il ripetersi di tali rischi.
Vista la frequenza con cui nel Lazio si ripetono gli incendi agli impianti di smaltimento rifiuti, sarebbe forse il caso di effettuare un controllo a tappeto in tutta la regione per verificare se esistono le condizioni di sicurezza per operare e smantellare immediatamente quelli che non presentino caratteristiche tali da garantire la sicurezza verso i cittadini.
Ricordiamo che purtroppo in questi incendi brucia il materiale più vario ed è purtroppo facile che nei funi che si sviluppano siano presenti pericolosi elementi come la diossina, che viene trasportata nella caratteristica nuvola nera e ricade poi al suolo andando ad inquinare i campi circostanti per raggi di chilometri.
Nel caso drammatico dell’incendio della EcoX, è impossibile quantificare i danni alla salute ed economici che ne siano conseguiti, mentre si discute ancora sulla bonifica del sito.
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Bisogna chiedersi perché gli impianti di smaltimento rifiuti bruciano così spesso.
È forse un modo (assurdo) per smaltirli quando in un impianto se ne accumulano troppi?
Oppure magari molte aziende che si occupano di rifiuti sono davvero improvvisate e si preoccupano più di incassare che di mettere in sicurezza i loro impianti.
La responsabilità dei sindaci
Certo bisogna tener presente che non stiamo parlando di impianti nati illegalmente. Qualcuno conferisce rifiuti a queste aziende e il più delle volte sono proprio i Comuni.
Mi ricordo la testimonianza (a microfoni spenti) di un assessore all’Ambiente di un Comune del Lazio che mi confessò che gli si presentavano aziende di smaltimento che offrivano prezzi al ribasso per smaltire i rifiuti prodotti in città. La tentazione di chiudere l’affare era forte, specie perché la macchina amministrativa che si occupa di smaltimento rifiuti è sempre in difficoltà economica. Però poi quando l’amministratore ha chiesto maggiori approfondimenti sui metodi di smaltimento e sui sistemi di sicurezza impiegati da quell’azienda così vantaggiosa economicamente, si è accorto che stava parlando con persone che a definire ‘banditi’ sarebbe poco. Così lo smaltimento è stato affidato ad una ditta che costava un po’ di più, ma dava garanzie sulla sicurezza.
Quanti amministratori, mi chiedo, si fanno attrarre dalle sirene del risparmio e chiudono un occhio sulla aziende a cui scaricano tonnellate di immondizia?
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E quelle della Regione Lazio
Le responsabilità sono anche e soprattutto a livello regionale, perché se nel Lazio bruciano così tanti impianti di smaltimento rifiuti “legali”, allora c’è qualcosa che non va nella legge.
E non si pensi che il mitico mega inceneritore di Santa Palomba (per carità non chiamatelo termovalorizzatore, che non valorizza nulla) possa essere la soluzione. Anche con quell’enorme impianto che riduce tutto in cenere prosciugando le falde acquifere, il problema rimarrebbe.
La soluzione è sempre quella su cui insistiamo, l’unica che funziona in tutta Europa: fare bene la raccolta differenziata. E quando vi parlano del famoso splendido Termovalorizzatore di Copenaghen, su cui d’inverno si può anche sciare, dovete chiedervi: se è così utile e così fantastico, allora come mai la Danimarca sta cercando di ridurre sempre più l’operatività ed ha deciso di spegnerlo entro i prossimi anni?
La lobby del “brucia e interra” non è mai stata così forte come nel Lazio. Ci guadagnano una montagna di soldi. I cittadini invece ce ne rimettono una montagna di soldi e se vi fate spiegare bene la differenza tra l’economia circolare e quella orizzontale, capite che oltre alla salute ci stiamo rimettendo anche molti soldi e posti di lavoro: tutto per far guadagnare centinaia di milioni a pochi eletti.
L’assessore regionale ai Trasporti e ai Rifiuti Fabrizio Ghera ha effettuato un sopralluogo a Ciampino sul luogo in cui è divampato un incendio in un impianto di stoccaggio di rifiuti ed ha rilasciato una dichiarazione:
“Ho incontrato il sindaco Emanuela Colella, in contatto da stamani con gli altri Sindaci del territorio. La Regione Lazio è impegnata con Arpa, Asl Rm6 e Protezione Civile Regionale, con cui la giunta regionale è in costante contatto. Ringraziamo i Vigili del Fuoco per il lavoro che da ore stanno svolgendo per domare le fiamme, lavoro che impiegherà ancora del tempo. La Regione è a disposizione per garantire il massimo supporto per garantire la salute della popolazione e mettere in sicurezza la zona”.