VOTO FUORISEDE: IL VIA LIBERA DELLA CAMERA
Ad oggi sono circa 5 milioni gli elettori italiani che vivono in un Comune diverso da quello di residenza – per motivi di studio, lavoro o cura – spesso impossibilitati a fare ritorno nel territorio di residenza per esprimere il proprio voto alle urne, e per questo motivo esclusi dalle votazioni politiche.
L’Aula della Camera ha approvato – con 159 voti favorevoli, 0 contrari, e 84 astenuti – la proposta di legge che delega il governo a disciplinare l’esercizio del diritto di voto fuorisede. “La maggioranza – spiega Leonardo Santoro del Comitato Voto Dove Vivo -, Fratelli d’Italia in realtà, ha deciso di fare una delega bianca al governo, questo è successo in commissione qualche settimana fa. Ieri è arrivata la discussione alla Camera”.
LA DELEGA AL GOVERNO
La delega prevede che il governo intervenga sulla questione – con l’adozione di uno o più decreti legislativi – entro un anno e mezzo dalla data di entrata in vigore della legge. “Il governo ha 18 mesi di tempo per scrivere questa legge – continua Santoro sulla questione – ed è bocciato anche l’emendamento per estendere agli operatori del settore sport, che sono costantemente in giro per l’Italia”.
Appare, al momento, improbabile che il voto fuorisede sia garantito già a partire dalle elezioni europee del 2024. “Per le elezioni del 2024 è abbastanza improbabile – dichiara in proposito Santoro – anche perché avranno 18 mesi per scrivere una legge, ma potrebbero anche riuscirci in un mese riprendendo quella che avevamo depositato, ma non lo faranno. La maggioranza ha dato un colpo di cancellino su tutto, è un foglio bianco al governo, entro 18 mesi scriveranno questa legge che andrà poi in votazione, che sarà poi approvata per le votazioni europee del 2029, praticamente l’hanno rimandata a data da destinarsi”.
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Il problema del voto degli elettori domiciliati fuori dal loro comune di residenza appare ancora in definizione “Questo vuol dire non avere il diritto al voto per i prossimi 6 anni – continua Santoro – a nessun livello, né per i referendum, né per le politiche, né per le europee. Non solo per i fuorisede per motivi di studio, ma anche per chi lavora fuori dalla residenza, per motivi di cura, ma anche per chi lavora nei settori di cura, per gli sportivi, siamo 5 milioni di cittadini che non hanno diritto al voto”.
LE PROTESTE E LA DISCUSSIONE IN SENATO
Le “trasformazioni” della maggioranza di centrodestra hanno dunque portato da una proposta di legge a una legge delega, affidando di fatto al governo il compito di intervenire sulla materia. Le modifiche subite dalla proposta di legge hanno scatenato la dura reazione delle opposizioni. “La maggioranza spinge per una legge delega arbitraria – chiosa, in proposito, Valentina Grippo, deputata alla Camera per Azione, dai suoi profili social – con criteri imposti e non condivisi non garantendo il voto ai fuorisede”.
Tuttavia adesso la discussione sulla questione del voto fuorisede passerà al Senato. “Il nostro passo era farci sentire ieri alla Camera – dichiara ancora Santoro da Voto Dove Vivo – tramite i nostri deputati, adesso la discussione passerà al Senato, il prossimo passo sarà fare battaglia al Senato dove evidentemente il governo ha numeri un po’ più stretti. Nei prossimi giorni ci rincontreremo come Comitato e decideremo cosa fare”.