IL PROGETTO DELLA PREFERENZIALE – Quello della preferenziale su viale Marconi è un progetto che prevede un percorso di 2,5 chilometri, da via degli Orti di Cesare alla stazione Metro Marconi, per un costo di circa 5,5 milioni di euro. Verrà realizzata anche una pista ciclabile e nuove banchine di fermata per gli autobus. L’intento è quello di creare un collegamento diretto tra la stazione Trastevere e le due fermate della Metro B, San Paolo Basilica e Marconi, con corsie protette riservate agli autobus e successivamente con una linea tranviaria.
I RITARDI PER L’AVVIO DEI LAVORI – Non è la prima volta che i tempi annunciati per quest’opera vengono però disattesi. I motivi di questi ritardi non sarebbero da ricercare nell’ascolto della cittadinanza o nella volontà di rimodulare il progetto così da limitare l’impatto sul quartiere, ma bensì nei ricorsi presentati da alcune realtà colpite dal passaggio della preferenziale. È stata una seduta della commissione capitolina Mobilità del 18 giugno a fare chiarezza sui ritardi. Sono infatti diversi i contenziosi portati avanti dall’ENI ad aver bloccato l’iter del bando presentato da Roma Servizi per la Mobilità nel dicembre del 2018. Lo scontro è legato alla rimozione di due distributori di benzina lungo il percorso della preferenziale per i quali, lo scorso settembre, sembrava si fosse arrivati ad un accordo bonario con il Campidoglio. Invece, come ha spiegato in commissione l’ingegner Stefano Brinchi, A.D. di Roma Servizi per la Mobilità, ENI ha chiesto un provvedimento cautelare al TAR per sospendere il progetto in attesa di un giudizio sulla sua validità. Questo è stato respinto e si è passati al Consiglio di Stato. In questa sede il ricorso è stato accolto, lasciando però al TAR la decisione.
UN MULINELLO AMMINISTRATIVO – È su questo mulinello amministrativo che l’intero progetto rischia di avvitarsi e bloccarsi nell’attesa che il TAR prenda una decisione. A quanto si apprende sul tavolo resterebbe ancora la possibilità di giungere ad una soluzione bonaria tra ENI e Campidoglio, utile a preservare i due distributori (con una modifica al progetto) e a far ripartire l’iter per realizzare l’opera. Questa possibilità resta però legata ai contenziosi ancora aperti, sui quali è tuttora difficile indicare una tempistica. Sarebbero il Comune e l’ENI a doversi incontrare e raggiungere un accordo che comprenda anche il ritiro dei ricorsi.