Roberta Lombardi, classe 1973, grillina della prima ora, già portavoce del M5S alla Camera dei Deputati, dal 12 marzo del 2021 è il nuovo Assessore alla Transizione Ecologica e Digitale della Regione Lazio.
Assessore Lombardi, un paio di mesi fa c’è stato il suo ingresso e quello della Corrado in Giunta Zingaretti. Se l’aspettava prima di tutto? Che segnale è stato da parte del Presidente della Regione?
“L’ingresso del M5S nella Giunta Zingaretti è stato il punto di approdo di un percorso già avviato da tempo, sia a livello nazionale, con le recenti esperienze di Governo M5S-Pd, sia prima ancora a livello regionale e basato su quel dialogo su temi concreti per il quale ci siamo detti disponibili con l’obiettivo di realizzare il programma elettorale per il quale siamo stati votati dai cittadini. Un’apertura al confronto su punti programmatici che ho dichiarato apertamente, in totale trasparenza, sin dall’inizio della legislatura, in occasione del mio primo intervento in occasione dell’insediamento del Consiglio regionale nell’aprile 2018. Sono frutto di questo di percorso, provvedimenti dai noi proposti e poi approvati quali la ricetta medica dematerializzata, assunta poi anche a livello nazionale durante la pandemia Covid, l’istituzione e il finanziamento delle Comunità energetiche regionali, l’ampliamento del Parco Regionale dell’Appia Antica e l’ok al relativo Piano d’assetto che attendeva da oltre 25 anni di essere approvato”.
Il suo assessorato, soprattutto alla luce della pandemia, è sicuramente centrale. Quali sono le linee guida su cui si muoverà?
“Credo che tutto il tema della Transizione Ecologica sia centrale in questo momento storico, a tutti i livelli: regionale, nazionale, mondiale. La pandemia covid, facendo emergere le distorsioni del nostro sistema, ci ha imposto un cambio di paradigma. Come Regione Lazio in tal senso abbiamo in cantiere provvedimenti chiave quali il Piano Energetico Regionale e il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria. A tale proposito di recente è stata approvata una mia delibera sulla nuova classificazione dei Comuni del Lazio per la qualità dell’aria, in base ai dati Arpa, relativi al periodo 2015-2019, secondo i quali nella maggioranza dei Comuni del Lazio la qualità dell’aria è migliorata rispetto al quinquennio precedente. Per quanto riguarda invece la Trasformazione Digitale, con la mia prima delibera abbiamo esteso a tutto il territorio regionale il bonus di 500 euro per connettività e acquisto pc e altri dispositivi per famiglie meno abbienti, inizialmente riservato solo alle aree montane, cui sono seguite rispettivamente la delibera sull’accordo per la digitalizzazione dei Piccoli Comuni e la convenzione con il Centro di Economia Digitale (CED) per una roadmap della digitalizzazione complessiva dell’Amministrazione regionale entro il 2022 per accelerare sulla nuova Agenda Digitale 2021-2027 della Regione Lazio”.
Quali progetti presentati dalla Regione Lazio nel Pnrr?
“Ne abbiamo parlato durante l’incontro ‘La digitalizzazione delle PMI del Lazio’, organizzato dalla Regione Lazio coinvolgendo gli operatori del settore e tenutosi proprio nel giorno in cui l’Italia ha ricevuto l’ok al Pnrr dalla Commissione Ue. Un confronto da cui sono emersi spunti utili, come i tre progetti, citati dal palco dal vicepresidente Leodori, che la Regione Lazio ha inserito nel Pnrr e che sono: l’hub dell’innovazione, a Roma in zona Termini, in una sede ex Ipab, approvato da una recente delibera di Giunta anche a firma del mio Assessorato alla Trasformazione Digitale. Poi abbiamo i cosiddetti ‘10 km della conoscenza’, nella vela a ridosso dell’università Tor Vergata, per mettere in connessione Ricerca e Imprese, un luogo dove fare entrare il mondo della ricerca, dell’Università e il mondo produttivo, affiancato da un soggetto pubblico, la Regione Lazio, e, auspichiamo, anche il Ministero dell’Università. C’è poi il Tecno Polo del Lazio, elaborato dalla Regione con Unindustria per creare percorsi di formazione e approfondimento sulle cosiddette lauree STEM e aumentare così la competitività delle imprese”.
La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il primo ok alla modifica dell’articolo 9 della Costituzione per inserire, accanto al tema del “paesaggio”, anche quello dello “sviluppo sostenibile”, non rischia però di trasformarsi nel grimaldello per le lobby del cemento, dei rifiuti e dell’energia?
“No, al contrario. È l’attuale modello di sviluppo che è insostenibile, per Stato, imprese, operatori del settore e cittadini, che ne scontano i costi ambientali e sociali. Soprattutto è insostenibile per le generazioni future, visto persegue un profitto basato sul consumo perpetuo di risorse naturali finite. Non mi stancherò mai di dirlo: «Una scelta è giusta oggi, solo se lo sarà anche per le generazioni future». Con l’inserimento della tutela dell’ambiente nella Costituzione, mette radici più forti nel nostro Sistema Paese quella Transizione Ecologica che ci permetterà di dirigere l’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile, che creerà nuove e maggiori opportunità di business per le nostre aziende, con ricadute positive anche in termini occupazionali, e che per questo sono chiamate a raccogliere assieme a noi Istituzioni la sfida, e i frutti, della riconversione ecologica. Mi auguro pertanto che questa riforma costituzionale proceda in maniera spedita in tutti i suoi passaggi e sia approvata al più presto in via definitiva”.