IL PROGETTO LOCANDA DEI GIRASOLI
Il progetto della Locanda dei Girasoli nasce nel 1999 con l’obiettivo di promuovere l’integrazione e l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità. Il suo avvio ha garantito la formazione e l’assunzione di 19 ragazzi e ragazze, inseriti in percorso integrato di crescita e valorizzazione della persona. Un obiettivo in piena sintonia con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che punta, tra le altre cose, a “promuovere opportunità di lavoro autonomo, imprenditorialità, organizzazione di cooperative e l’avvio di attività in proprio”. Il progetto ha inoltre innescato un processo di integrazione ad ampio raggio che ha coinvolto il territorio.
IL RISCHIO CHIUSURA DEFINITIVA
“Da 20 anni la Locanda dei Girasoli contribuisce alla creazione di posti di lavoro finalizzati all’integrazione lavorativa e territoriale realizzando un esempio di imprenditoria sociale che unisce solidarietà e professionalità, attraverso percorsi integrati di sviluppo delle capacità personali – si legge nella petizione lanciata da I Girasoli Onlus – dal 2013 è iniziato un percorso di rilancio e riorganizzazione della Cooperativa che ha portato ad aumentare sensibilmente l’attività del ristorante, e soprattutto ad una visibilità del progetto nazionale e internazionale, che però non ha altrettanta ricaduta positiva sui conti”. Nonostante l’incalcolabile valenza sociale del progetto, la Locanda si è trovata a “fare i conti” con elevati costi di gestione, spesso impossibili da sostenere; non è la prima volta infatti che rischia la chiusura. Da qui la proposta alle istituzioni di assegnazione di uno spazio in una zona di Roma più frequentata e facilmente raggiungibile.
L’INTERVENTO DELLA REGIONE
Proposta, per giunta, accolta dal Presidente della Regione Zingaretti che, a inizio 2020, annunciava lo stanziamento di un contributo di circa 48mila euro da parte dell’Arsial e della Regione Lazio, per garantire il prosieguo dell’attività. “Non potevamo permettere che la Locanda dei Girasoli chiudesse – aveva dichiarato allora il Presidente – è una battaglia che abbiamo vinto. Raccogliamo ora la sfida e ieri (12 febbraio 2020 ndr) ho annunciato che apriremo un casale con all’interno un ristorante”. Sulla scia del possibile trasferimento la Cooperativa aveva individuato un casale ad hoc per la Locanda, nei pressi dell’Appia antica. Ma ad oggi dell’assegnazione non c’è traccia. “Avevamo chiesto alle istituzioni locali la possibilità di ottenere in gestione/affitto locali di loro proprietà, in aree più centrali e visibili. Questo renderebbe più facile raggiungere un equilibrio gestionale permettendo di aumentare il numero di clienti e, di conseguenza, di nuovi inserimenti lavorativi – riprende la Cooperativa, che rivolgendosi direttamente alla Sindaca aggiunge – chiediamo al Comune di Roma una risposta alle nostre precedenti richieste del 2015 e 2017, risposta fino ad oggi mancata. La nuova legislazione sull’impresa sociale e il codice del terzo settore rendono tali scelte possibili e legittime – specifica – si potrebbe così dare continuità ad un modello di inserimento lavorativo divenuto oggetto di studio da parte dell’associazionismo di altri Paesi e che da 20 anni rappresenta per Roma soggetto di grande rilevanza sociale”.