IL PROGETTO
Il progetto sarebbe difatti conforme all’accordo di programma per l’integrazione sociosanitaria siglato da Roma Capitale con le tre Asl competenti sul territorio: Asl Roma 1, Asl Roma 2 e Asl Roma 3. Il piano in questione prevede una programmazione condivisa, un budget unico e un’equipe congiunta, integrata e formata da personale del Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale e del Distretto 3 della Asl Roma 1. Questo team dovrà provvedere a soddisfare le esigenze sanitarie e sociali dei pazienti, individuati tra i cittadini in carico ai Servizi Territoriali Asl dedicati. “Dobbiamo dare merito ai tecnici del Dipartimento Politiche Sociali, direzione Benessere e Salute e al distretto 3 dell’Asl Roma 1 che hanno prodotto questo protocollo – ha dichiarato al Caffè l’assessore alle politiche sociali e sanitarie del III Municipio Maria Romano – si tratta di una coprogettazione innovativa, sociosanitaria e integrata che risponde a tutte le esigenze degli utenti. Questo ha fatto diventare il Casaletto un polo di promozione in materia di salute e d’inclusione socioculturale per i pazienti con disabilità”.
UN’ALTERNATIVA ALL’ISTITUZIONALIZZAZIONE
L’assessore ha anche evidenziato come il Casaletto sia da considerarsi un’alternativa all’istituzionalizzazione: “L’obiettivo – ha aggiunto Romano – è sempre stato quello di offrire una casa dove condurre una vita normale, in alternativa all’istituzionalizzazione. Difatti non si tratta di una casa-famiglia dove gli utenti vengono semplicemente assistiti; il Casaletto è un luogo d’identità, d’inclusione, di relazione e un punto di riferimento per l’intero territorio. La struttura difatti ha negli anni realizzato numerose iniziative tra le quali figurano rassegne cinematografiche, laboratori di cucina, di fotografia, attività di giardinaggio, studio delle piante in collaborazione con scuole e associazioni, presentazioni di libri e dibattiti, trekking storico della memoria legato all’occupazione nazifascista e mercatini artigianali con esposizione al pubblico dei prodotti creati nei laboratori di cucito, ceramica, bigiotteria, pittura che vengono svolti dagli ospiti durante l’anno”.
I PROGRAMMI PERSONALIZZATI
Il Campidoglio, dal canto suo, vede il Polo Lumière come un progetto innovativo teso ad andare incontro alle esigenze di adulti con disabilità, i quali hanno bisogno di una duplice assistenza: sanitaria e sociale. La doppia assistenza avverrà mediante la messa a punto di un progetto personalizzato che possa consentire agli assistiti di sentirsi coinvolti in percorsi mirati all’acquisizione di determinate abilità necessarie a raggiungere un buon livello di autonomia fisica, psichica e sociale. I programmi personalizzati s’incentrano su diverse sperimentazioni ed attività; si va dalla cura del sé fino ad arrivare ad esercizi per la gestione delle attività minute di vita quotidiana e per le relazioni interpersonali, le quali saranno poi utili al paziente per inserirsi socialmente nella comunità di riferimento e anche, in alcuni casi, per entrare ed integrarsi in un contesto lavorativo.