LA BATTAGLIA DEI RESIDENTI
Gli esposti e le petizioni dei residenti vanno avanti ormai da anni ma non hanno portato a nulla di concreto; i tralicci continuano ad essere presenti costituendo una fonte di pericolo per la salute pubblica. Nell’estate di due anni fa furono raccolte centinaia di sottoscrizioni per evidenziare al Municipio XIII, al comune di Roma e alla Regione Lazio il rischio legato ad un possibile inquinamento elettromagnetico. L’ARPA, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ed ente statale consono al monitoraggio dei livelli d’inquinamento dell’ambiente, ha condotto delle rilevazioni che hanno evidenziato come in alcune strutture di via Rivarone il campo magnetico si attesti ad un valore pari a 0,2 microtesla. Tale indice viene considerato come una soglia di pericolo da alcuni studi epidemiologici che evidenziano il rapporto tra malattie oncologiche ed esposizione prolungata ai campi elettromagnetici. A seguito dei risultati di queste analisi i cittadini hanno richiesto all’amministrazione comunale di provvedere alla chiusura della centrale elettrica e di eliminare l’elettrodotto, sito in zona Boccea, interrandolo.
IL RUOLO DELLA POLITICA
Nonostante l’esposto presentato nel marzo scorso alla Procura di Roma, nulla a livello ambientale è cambiato. “La presenza dei cavi dell’alta tensione rappresenta un problema sia urbanistico che ambientale – spiega al Caffè il Presidente della commissione trasparenza del XIII Municipio Marco Giovagnorio – ad ogni modo la politica deve limitare questo fenomeno attivando un monitoraggio costante nelle aree interessate, promuovendo se necessario interventi infrastrutturali per spostare gli elettrodotti dalle vicinanze di un centro abitato”.
LA MOZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE
La questione della messa in sicurezza della rete elettrica per la tutela della salute pubblica approderà anche in Consiglio Regionale; a firmare la mozione provvederà il consigliere della Lega del Municipio XIII Daniele Giannini. L’obiettivo del testo è quello di smuovere il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la Giunta a realizzare, coadiuvati da enti pubblici e privati operanti nel settore delle infrastrutture energetiche, un Piano di razionalizzazione della rete elettrica che punti allo smantellamento di tutte quelle installazioni, quali tralicci e centrali elettriche, site all’interno del territorio di Roma Capitale e dei comuni della Città Metropolitana. “Quando fui presidente del diciottesimo Municipio, oggi tredicesimo, riuscimmo a far interrare una parte dell’elettrodotto – dichiara proprio Giannini – alcune strutture di questo genere passano a ridosso delle scuole e ciò costituisce un pericolo per la salute pubblica. La firma della mozione è come lanciare un sasso nello stagno per aprire un dibattito in Consiglio Regionale”.
UNA POSSIBILE SOLUZIONE NEL RECOVERY FUND
Giannini propone quindi una soluzione per realizzare questo piano che, se concretizzato, andrà a beneficio della salute pubblica; “la chiave di svolta”, secondo il consigliere leghista, sarebbe quella di utilizzare le risorse della macro-missione n.2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del Recovery Fund. Le risorse totali riservate al verde e all’ecologia ammonterebbero a 69,8 miliardi di euro. “Come Lega – chiosa Giannini – stiamo provvedendo ad un Recovery Fund per Roma; stiamo compiendo proprio in questi giorni uno screening della città per individuare le aree dove vi è inquinamento elettromagnetico. Il controllo verrà poi esteso a provincia e Regione”.