FARE CULTURA IN PERIFERIA SI PUÒ – Dice Fabrizio Esposito a nome di tutte le compagnie a margine dell’evento: “Questa città non può essere solo il centro e il Colosseo, ma è anche borgate e luoghi simbolo, come quelli raggiunti il 28 febbraio e che rappresentano la storia di san Basilio”, aggiungendo che: “È stata una iniziativa importante perché ancora una volta abbiamo dimostrato che si può fare cultura nella periferia romana. Il teatro non è solo uno svago, ma è di vitale importanza e può dare valide alternative se finanziato pubblicamente”. Sui social il Centro Popolare san Basilio fa sapere che: “Non è facile trovare le parole giuste per descrivere l’atmosfera magica che si è creata. In tanti quartieri oramai si vive rinchiusi dentro casa, gli spazi di socialità e di incontro sono sempre di meno, già da molto prima della pandemia. Lo spazio pubblico è vissuto come una minaccia e ci rifugiamo dentro casa per trovare un angolo di sicurezza, al riparo dal caos del mondo là fuori”. Gli attivisti, rispetto alla loro idea di città, sottolineano che: “La città come la immaginiamo noi, invece, è completamente l’opposto. Uno spazio pubblico. In comune. Al servizio della collettività, dei bambini e delle bambine. I quartieri sono di chi li abita e le istituzioni si devono mettere al servizio degli interessi popolari perché tutti i quartieri hanno uguali diritti e dignità”.
UNICA PECCA, L’ASSENZA DELLE ISTITUZIONI – Sull’iniziativa interviene anche la politica, con Giorgio Squilloni di Potere al Popolo: “Ringraziamo il Centro Popolare e tutte le realtà che hanno partecipato all’iniziativa. Vorrei ringraziare anche le istituzioni ma sono assenti perché hanno completamente dimenticato la cultura dell’arte, dello spettacolo e dell’aggregazione sociale”. Il membro del tavolo cultura di PaP ha poi aggiunto: “I quartieri periferici sono diventati dormitori dove le iniziative, ormai, vengono messe in campo solo dalle realtà sociali”. Soddisfatti i cittadini che hanno assistito alle performances, come prevedibile. Perché se centro e periferia, ad oggi, sono realtà immaginate, allora tramite l’immaginazione la città può migliorare. Così come la qualità della vita dei cittadini.