L’IMPEGNO PRESO DALLA REGIONE LAZIO
Una delegazione dell’Assemblea è stata ricevuta dal vice capo di gabinetto della Regione Velloccia che ha preso in consegna le 3000 firme raccolte per la riapertura della struttura e la bozza di proposta organizzativa sulla possibile gestione della futura Villa Tiburtina. “Dopo 4 mesi di campagna e tanto silenzio, finalmente con la mobilitazione di oggi (12 marzo ndr) siamo riusciti a far prendere un impegno alla Regione – dichiarano gli attivisti – sappiamo bene che la vertenza non finisce qui e che inizia ora la parte più difficile”. È attesa la data di avvio per un tavolo di lavoro congiunto entro marzo. “Il dott. Veloccia si è impegnato a comunicarci la prossima settimana la data di un incontro entro la fine del mese a cui dovranno essere presenti l’Ass. Regionale alla Sanità D’Amato, l’Università la Sapienza e la Asl Rm2”.
LA MOBILITAZIONE PERMANENTE
Un risultato importante, frutto del lavoro costante e proficuo dell’Assemblea che, da novembre dello scorso anno, ha avviato una mobilitazione permanente per la riapertura del polo sanitario. “La struttura garantiva prestazioni sanitarie specialistiche, ospitando vari ambulatori e un servizio di prenotazioni e analisi – spiega Giuseppe Evangelista, infermiere e membro dell’Assemblea – chiediamo che torni ad essere un polo sanitario dotato anche dei servizi sociali, in grado di rispondere alle esigenze del territorio e garantire una presa in carico dei pazienti a 360 gradi”.
UN POLO DI ECCELLENZA SMANTELLATO PROGRESSIVAMENTE
Villa Tiburtina è stata per decenni un polo d’eccellenza, presente e rispondente alle esigenze dei cittadini. Nel distaccamento del Policlinico Umberto I erano allocati l’ambulatorio di pneumologia e di neurologia/ neuropsichiatria. Servizi fondamentali al livello cittadino che, tuttavia, sono stati progressivamente smantellati, fino alla chiusura definitiva della struttura nel 2012. Lo spazio è rimasto vuoto e inutilizzato, mentre la richiesta di prestazioni sanitarie, sociali ed assistenziali negli anni è cresciuta esponenzialmente, “esplodendo” con la Pandemia. Ora si avverte più che mai la necessità di un cambio di rotta che ripristini il diritto alla sanità pubblica, incrinato dai tagli. “L’ottenimento di un tavolo congiunto è un passaggio inevitabile e necessario, ma non ci fermiamo qui – riprende Giuseppe Evangelista – la struttura è stabile e agibile e potrebbe già diventare un centro per le vaccinazioni, i tamponi ed il follow up per le persone che hanno contratto il Covid; questo è un obiettivo intermedio. Dopo aver fissato il tavolo – specifica – è necessario continuare il lavoro per la riapertura della struttura, lavorando sul quartiere e con il quartiere”. Per una sanità pubblica, gratuita e accessibile. In ogni tempo, in ogni territorio.