Lontano dai centri di aggregazione e dalle infrastrutture del Municipio IV, così periferico da risultare quasi più vicino ai Municipi V e VI. Non vi è nemmeno un comitato di quartiere ma un’ associazione spontanea di cittadini, che però non hanno mancato mai di ribadire come si sentissero esclusi dalla vita della Capitale, per i motivi di cui sopra, ma anche per la scarsa manutenzione del verde e della rete fognaria, per la poca segnaletica orizzontale, per la mancata raccolta differenziata dei rifiuti e per la chiusura per inagibilità dell’unico centro culturale della zona. È l’annosa situazione di Casale Caletto, un piccolo agglomerato di abitazioni a ridosso del GRA e contiguo al quartiere La Rustica, che in questi giorni sta vedendo la possibilità di secedere dal Municipio IV e passare al V.
La mozione
“Presenteremo in consiglio una mozione per chiedere che Casale Caletto venga annessa al Municipio V”, aveva già annunciato il 24 novembre la capogruppo pentastellata presso il Tiburtino Germana Di Pietro, aggiungendo che: “non facciamo altro che dare seguito a una volontà dei cittadini che già negli anni passati avevano chiesto all’amministrazione di passare al Municipio V perché è a La Rustica che hanno centri di riferimento come la parrocchia, le scuole e uffici. Il nostro intento è quello di agevolarli, non danneggiarli, con il comitato di quartiere abbiamo fatto un percorso di partecipazione”. E così il documento è stato portato in aula nella mattinata di lunedì 25 novembre, durante la seduta del consiglio, ed è stato approvato da tutti i membri della maggioranza. Non hanno votato per protesta le opposizioni ad eccezione di Roberto Santoro, capogruppo della Lega, che ha votato contro e che ha ribadito a più riprese: “E’ assurdo lasciare i cittadini di Casale Caletto senza nessuna soluzione alle problematiche più volte sollevate e fornire come unica risposta il trasferimento a un altro municipio”, sottolineando che: “ Oltretutto il territorio sarà presto oggetto di edificazione di nuove palazzine come da piano regolatore, non se ne possono ignorare i confini”.
Non tutti sono d’accordo
Ma le opposizioni si sono unite subito dopo la seduta, promettendo battaglia, e annunciando la richiesta di convocazione di un consiglio straordinario da svolgere presso il centro culturale chiuso di Casale Caletto. Atto simbolico in quanto il centro sarebbe l’unico punto di riferimento del quartiere, ma anche finalizzato a coinvolgere maggiormente i residenti. Staremo a vedere come finirà la vicenda della secessione di uno dei lembi più periferici della Capitale che vive una situazione comune ad altri territori omologhi, in diversi quadranti, come Ponte di Nona nel Municipio VI, Casal Boccone nel III ma anche Torre Spaccata. Il quartiere del Municipio VI ha avanzato mesi fa, mediante i residenti, la proposta di staccarsi dal VI ed essere annesso al VII a causa degli stessi motivi che di fatto isolano Casale Caletto. La questione, dunque, si impernia attorno ad una domanda: ridisegnando i confini dei Municipi si ottimizza la distribuzione dei servizi?
Alberto Salmè